PORDENONE - Alla fine solo tanta paura e rabbia per tre 27enni di Fontanafredda e Sacile presenti sabato sera in piazza San Carlo a Torino e intrappolati nella calca che ha provocato 1.527 feriti, di cui alcuni gravissimi. Un'esperienza difficile da dimenticare, che riporta i ricordi a quel lontano 1985, quando ci fu la strage dell'Heysel. Dalla gioia della festa davanti al maxi schermo, alla delusione per la sconfitta della Juventus, alla paura e al dramma finale. «Stiamo vivendo un momento davvero brutto - ci spiegano Nicolas Bergamo e Guglielmo Gaiga di Fontanafredda e Carlo Alberto Frè di Sacile - perché non è possibile che solo l'idea di un petardo, non confermato, possa provocare una simile strage per la paura di attentati terroristici». «A fine partita eravamo sconsolati. Io - spiega Nicolas - era seduto a terra per la forte delusione. E proprio in quel momento abbiamo capito che stava succedendo qualcosa di grave. Non abbiamo sentito scoppi, ma un rumore, quasi un fischio, forse una possibile miccia o petardo, ma niente più. Poi siamo stati travolti dalla calca. Una spinta che non ti permetteva di fermarti. Siamo stati trascinati. E non potevi fare nulla. C'era gente a terra che non riuscivi a evitare. Pur cercando in tutti i modi di allargare le gambe, sono sicuro di aver camminato sul corpo di almeno due persone. C'era sangue e vetro ovunque. Per terra c'erano tantissime bottiglie in vetro che con il passaggio della gente sono andate distrutte e chi cadeva si feriva. Molte le persone sanguinanti, come testimoniano le nostre maglie piene di sangue»...
Ultimo aggiornamento: 11:10
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