Peste suina africana, il virus senza una cura che mette a rischio cinghiali e maiali: indispensabile l'aiuto dei cacciatori

Martedì 15 Marzo 2022
Peste suina africana - Foto di Alexas_Fotos da Pixabay
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TRIESTE - Non è una malattia nociva per gli esseri umani, ma è in grado di fare male all'economia mettendo in ginocchio un settore importante per l'agroalimentare. Per questo in Friuli Venezia Giulia è alta la vigilanza sul rischio di diffusione della peste suina africana, malattia infettiva virale altamente contagiosa tra i suini selvaggi e domestici, per la quale non esistono cure. Mentre in Sardegna è ormai in via di eradicazione, il virus ha iniziato a colpire la fauna tra il Piemonte e la Liguria, tanto che l'amministrazione regionale - attraverso gli uffici dell'assessore alle risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna Stefano Zannier - sta tenendo monitorato il fenomeno, pronto a mettere in campo un piano di intervento per il contenimento della diffusione della peste suina africana che potrebbe mettere ad alto rischio gli allevamenti di maiali.

Già a febbraio il Governo italiano ha stabilito l'obbligo di dotarsi di un piano regionale per il controllo e l'eradicazione della peste suina africana, che comprenda la ricognizione della consistenza dei cinghiali all'interno del territorio di competenza suddivisa per provincia, l'indicazione dei metodi ecologici, delle aree di intervento diretto, delle modalità, dei tempi e degli obiettivi annuali del prelievo connessi ai fini del contenimento della malattia. Lo stesso assessore ha relazionato sull'argomento, ieri mattina a Trieste, nella Seconda commissione del consiglio regionale in seguito all'interrogazione presentata sul tema dal capogruppo dei Cittadini Tiziano Centis.


PERCHÉ LE DOPPIETTE

Zannier ha rimarcato la necessità di attivare una Unità di crisi ristretta per il coordinamento delle azioni da intraprendere e un gruppo allargato di analisi e azione che coinvolga anche il Servizio caccia, con l'intento di aumentare la segnalazione di ritrovamenti di eventuali carcasse di cinghiali, primi portatori della malattia. Proprio il mondo venatorio può attivarsi nel caso fossero rinvenuti animali morti, ai quali non ci si deve nemmeno avvicinare, segnalando i casi, meglio se con coordinate Gps, al corpo Forestale Regionale oppure al personale veterinario delle Aziende Sanitarie o all'Istituto Zoprofilattico delle Venezie.


RISCHI E DIFFUSIONE

La peste suina è capace di ridurre le popolazioni anche del 50% in pochi anni a causa dell'elevata mortalità indotta nelle aree in cui si diffonde, dove può arrivare anche per responsabilità umane che possono fare compiere alla trasmissione balzi di centinaia di chilometri. Nel suino domestico allevato oltre agli effetti sulla salute e sopravvivenza degli animali induce perdite economiche ingenti per l'impossibilità di commercializzare, esportare e movimentare non solo i suini, ma anche le carni lavorate.


SETTORE IN ALLERTA

«Da giorni - riferisce il consigliere regionale Centis - negli allevamenti del Friuli Venezia Giulia si è alzato il livello di guardia. I lavoratori prima di entrare negli impianti sono costretti a bardarsi. È vietato l'ingresso di persone non addette ai lavori. E chiunque entri deve seguire le pratiche di sanificazione, in particolare delle calzature. Nella nostra regione ci sono un centinaio di allevamenti concentrati in particolare nei territori di Pordenone e Udine con oltre duecentomila capi allevati». Le carni suine rappresentano quasi il nove per cento dell'intera produzione regionale di carni, ma considerando l'intera filiera suinicola - dagli allevamenti, ai macelli fino ai prosciuttifici (sono circa 400mila le cosce che gli allevamenti del Fvg forniscono annualmente al distretto di San Daniele) - si parla di un fatturato annuo che supera di gran lunga i 350 milioni di euro.


INCONTRI

Saranno quattro le serate informative in programma, dal titolo: Allerta peste suina africana - il ruolo chiave dei cacciatori - che Asfo organizza, in collaborazione con la Regione, l'istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie e le amministrazioni comunali dei territori coinvolti. Si inizierà martedì 22 marzo alle 18 nella sala consiliare del Comune di Clauzetto, quindi martedì 29 marzo alle nella sede della Società operaia di Tauriano di Spilimbergo, a seguire il 12 aprile a Villa Frova a Caneva e infine, il 26 aprile alla Casa degli alpini a San Vito.

Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 08:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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