I ritratti di Pasolini del fotografo Becchetti in mostra a Casarsa della Delizia

Mercoledì 22 Luglio 2020 di R.U.
Pier Paolo Pasolini e la madre Susanna Colussi ritratti dal fotografo romano Sandro Becchetti per il Messaggero

Nel 1971 Sandro Becchetti (1935 – 2013) artista eclettico, fotografo che dalla seconda metà degli anni ‘60 ha documentato la realtà sociale, politica e culturale del nostro Paese, immortalando poi i grandi protagonisti della cultura internazionale per i più importanti giornali di mezzo mondo, realizzò un servizio fotografico per il quotidiano "Il Messaggero” di Roma su Pier Paolo Pasolini nella sua casa all’Eur, in via Eufrate 9, dove viveva dal 1963 assieme alla madre Susanna Colussi e alla cugina Graziella Chiarcossi.
Ebbene, quel servizio fotografico sarà per la prima volta in mostra nella sua completezza da sabato 25 luglio e fino all’11 ottobre nelle stanze di Casa Colussi, oggi Centro studi Pasolini di Casarsa della Delizia (Pordenone) presieduto da Flavia Leonarduzzi, l’abitazione della madre di Pasolini e degli anni friulani di Pier Paolo, e in cui vissero stabilmente dal 1942 al 1949.




L’esposizione, intitolata “Pier Paolo Pasolini attraverso lo sguardo di Sandro Becchetti: frammenti di una narrazione”, curata da Valentina Gregori presenta una cinquantina di fotografie e un percorso che si sviluppa sui diversi piani di Casa Colussi, comprendendo, inoltre, gli straordinari ritratti di alcuni degli amici più cari di Pasolini: Bernardo Bertolucci, Dacia Maraini, Natalia Ginzburg, Federico Fellini, Alberto Moravia, Sandro Penna e Giuseppe Ungaretti. Infine poche, ma strazianti immagini in bianco e nero dell’orazione funebre tenuta da Alberto Moravia in onore dell’amico Pier Paolo a Campo dei Fiori il 5 novembre 1975, poco prima di compiere il suo ultimo viaggio verso Casarsa e il Friuli.


Becchetti inizia la sua attività di fotografo nella seconda metà degli anni Sessanta.

Collabora con i maggiori periodici, quotidiani ed agenzie di stampa, nazionali e internazionali. I ritratti dei suoi “protagonisti”, centinaia di grandi della cultura e dell’arte – Alfred Hitchcock, Francois Truffaut, Dustin Hoffman, Claudia Cardinale, Andy Wharol, Gunther Grass, Amos Oz, Alfonso Gatto, Andrea Zanzotto - passati per decenni davanti alla lente delle sue fotocamere e poi sulle pagine di mezzo mondo, quei ritratti non sono rubati, neppure “presi”, sono intagliati con la ruvida rapida precisione di uno scultore del legno: che era poi il suo mestiere di vocazione. «Ho qualche dubbio sulla mia abilità di fotografo ma nessuno su quella di falegname». “Però la grande bellezza di Roma, «caput mundi retorica e goduriosa», lo aveva catturato giovane, e il regalo di una macchina fotografica lo aveva indotto a farle il ritratto «ciottolo per ciottolo». Solo che era ormai la fine degli anni Sessanta, e i ciottoli tendevano a volare nel cielo, sopra i cortei studenteschi, e Becchetti era dalla loro parte, anche se mancò il colpo più grosso: «Ma no», disse a un compagno-collega, «a Valle Giulia non ci vengo, tanto non succede nulla». Se lo sarebbe ricordato anni dopo, facendo il ritratto a Pasolini, «occhi gelidi sguardo tagliente», con Le ceneri di Gramsci in mano, forse la sua foto più famosa (Michele Smargiassi)”.

Ultimo aggiornamento: 15:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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