Pan e vin, la burocrazia rischia di mettere il freno all'organizzazione dell'evento

La nuova norma impone adempimenti troppo complicati

Venerdì 30 Dicembre 2022 di Riccardo Saccon
Pan e vin, la burocrazia rischia di mettere il freno all'organizzazione dell'evento storico

FONTANAFREDDA - Falò a rischio. I Pan e vin del prossimo 5 gennaio rischiano infatti di soccombere alle maglie sempre più strette della burocrazia.

Proprio ieri sera l'Associazione Organizzatori Ranzano ha ufficializzato la decisione di rinunciare con molto rammarico a questo importante momento della tradizione contadina. «Una usanza e un vanto per la nostra comunità». Il tutto a causa dell'entrata in vigore dal giugno scorso di una norma regionale del 2019 che impone una vera e propria autorizzazione da richiedere non al Comune ma, tramite il Suap, alla Forestale. Se poi si parla di ambiente, si sa che i falò aumentano i valori del Pm10, dirlo a Ranzano è però difficile visto che convivono tutti i giorni con i rumori e gli scarichi dei cacciabombardieri che atterrano ad Aviano.


L'ITER
Negli anni passati bastava una semplice comunicazione da inviare al Comune. Una semplice Scia per eventi privati e pubblici. Ora invece è necessario compilare il modulo presente nel Suap, lo sportello unico per le attività produttive (per Fontanafredda ci si rivolge a quello di Pordenone) da compilare nelle varie parti a cui andrà allegata anche la planimetria con l'esatta indicazione di dove verrà eretta la foghera. Nel modulo si dovranno fornire davvero molte informazioni, a cominciare dalla quantità di legna che si intende bruciare sino al numero di partecipanti previsti sotto forma di numero di posti a disposizione sia a sedere che in piedi nonché la distanza da un bosco o dalle abitazioni più vicine.


I TIMORI
Il dubbio di non ottenere l'autorizzazione sta mettendo in crisi associazioni, comitati e volontari che si stanno chiedendo se proporre davvero l'evento. Il rischio è di preparare il tutto e poi scoprire magari il giorno prima dell'accensione che l'autorizzazione è stata negata. E in teoria non vale il silenzio-assenso. A Ranzano la tradizione del Falò epifanico si è consolidato come evento di richiamo ben oltre i confini comunali con migliaia di persone.


LE DIFFICOLTÀ
«Forse non si capisce che organizzare un falò - spiegano dal direttivo - non è cosa di poche ore o pochi giorni. Noi abbiamo bisogno almeno di 15 giorni. Dobbiamo recuperare la legna, e di solito prevediamo circa 50 rimorchi di legna che va raccolta e stoccata. Si devono raccogliere le canne poste poi in luogo asciutto sino alla sera dell'accensione. Non possiamo cominciare prima perché altrimenti rischiamo di incorrere in una sanzione per violazione alle norme in materia di rifiuti: non si possono stoccare per più di 15 giorni. Poi li devi accatastare e non sempre hai la gru a disposizione per tutte le ore necessarie. E se poi l'autorizzazione non arriva in tempo o viene rifiutata? La legna la devi smaltire comunque, e cosa se ne fa uno della pinza, del vin brûlé e delle altre specialità che vengono normalmente preparate per quell'evento? Per non parlare degli obblighi di un piano sicurezza, delle squadre antincendio e infine dello smaltimento delle ceneri come rifiuto speciale quando una volta si sapeva che dove era stato fatto il pan e Vin il masi cresceva meglio».
 

Ultimo aggiornamento: 10:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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