SACILE - C’è qualcuno che di tanto in tanto lascia qualche capo di vestiario per bambini su una delle due panchine lungo il ponte che scavalca la Livenza in via Luigi Nono, a due passi dall’ospedale.
IL RITORNO
Pizzinato è di origini milanesi, nonni di Fiaschetti, paese dove i suoi genitori sono ritornati a vivere 25 anni fa. Da un paio d’anni anche lei, per accudirli (la mamma è mancata qualche mese fa). Il suo arrivo in Friuli è stato frutto anche dal lockdown covid. Spiega: «Lavoravo in un locale che fu, come gli altri, costretto a chiudere per la pandemia. A quel punto ho pensato che trascorrere la quarantena in un appartamento a Milano sarebbe stato troppo claustrofobico e sono tornata dai nonni a Fiaschetti, finendo col rimanerci per amore dei miei genitori». Daniela frequenta spesso Sacile e quando c’è mercato le capita di passare davanti a quelle panchine. Tra i commenti al suo post, quello di Ilaria ricorda come qualche tempo fa su quel ponte trovasse posto un contenitore che finì maltrattato, per il bookcrossing, il libero scambio di libri. Metterci ora dei capi per i bambini è forse un’evoluzione ancora più positiva di quella pratica. Paola ricorda invece come in altri paesi consuetudini simili siano abituali: «A Berlino è normale lasciare abiti usati davanti l’uscio di casa per i più bisognosi».
L’ESORTAZIONE
Più di qualcuno esorta ad ampliare e consolidare quest’abitudine a donare anonimamente in un posto prefissato della città, tanto che Daniela stessa avanza l’idea di una bancarella in piazza il martedì, «quando c’è il km zero”»per questo scopo. Sempre dai commenti al post “Non c’è molto passaggio di auto, il fiume scorre veloce e le papere si tuffano a cercare cibo: è un luogo adatto a scambi di gentilezza e solidarietà”. La piazza o proprio il discreto ponte di via Luigi Nono, ma comunque un posto dove concretizzare la generosità dei sacilesi. Il percorso è iniziato.
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