PORDENONE - Torna l’allarme scabbia all’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone.
I FATTI
La positività alla scabbia dell’operatrice sociosanitaria che lavora in Medicina d’urgenza è stata scoperta alcuni giorni fa, all’insorgenza dei primi sintomi. La dipendente è stata naturalmente messa in quarantena domiciliare. Si tratta di una recidiva, dal momento che la stessa oss era stata contagiata nel piccolo focolaio di scabbia scaturito da un paziente lo scorso 11 giugno. La sanitaria, viste le sue mansioni, è rimasta a stretto contatto con i pazienti anche per periodi prolungati. Per questo l’allarme che è scattato in corsia è stato subito elevato al massimo. Al momento, però, non è stata prevista la chiusura del reparto, che continua sia ad accogliere nuovi pazienti che a programmare e in seguito a eseguire dimissioni dall’ospedale.
L’EVOLUZIONE
Tutte le aree in cui ha lavorato l’operatrice sociosanitaria positiva alla scabbia sono state immediatamente sanificate e al momento non sono stati rilevati altri casi conclamati.
Tutte le persone che sono state testate (il caso è preso in carico dalla struttura di Malattie infettive) sono state sanificate, un procedimento che sarà ripetuto, così come i test sui pazienti e i colleghi dell’operatrice, che ad oggi sono asintomatici e - va ripetuto - negativi. Nel focolaio di giugno, invece, l’infezione si era diffusa praticamente subito.
LA MALATTIA
La scabbia è una patologia contagiosa della pelle. È causata, principalmente, dall’acaro Sarcoptes scabiei, un parassita molto piccolo e di solito non direttamente visibile, che si inocula sotto la pelle del soggetto colpito provocando un intenso prurito allergico. La malattia può essere trasmessa da oggetti, ma più spesso dal contatto diretto pelle-pelle, con un elevato rischio dopo un contatto prolungato. L’infestazione iniziale richiede da quattro a sei settimane per diventare sintomatica.