Nuovo ospedale, resta il nodo del padiglione A: salvarlo o demolirlo? A decidere i costi

Domenica 17 Luglio 2022 di Loris Del Frate
Il padiglione A dell'ospedale di Pordenone

PORDENONE - Demolire tutto o tenere in piedi almeno due padiglioni, ma soprattutto l'A che di fatto rappresenta la storia dell'ospedale pordenonese e in generale di tutta la città? È una decisione non facile da prendere perchè oltre ad avere risvolti economici ha anche un peso che va ben oltre i soldi. Come ha fatto presente l'assessore regionale Riccardo Riccardi, si metterà al lavoro una commissione che valuterà passo per passo come intervenire e gran parte della decisione sarà presa rispetto ai costi.

Se però il destino dei padiglioni E e D (sono i più vecchi), B (è il più alto), H (quello dove si dona il sangue) e L (l'ingresso del Santa Maria degli Angeli) sembra oramai segnato, ossia verranno abbattuti, altra cosa vale per il C (c'è il pronto soccorso) e, appunto, l'A.

Il ragionamento sul padiglione C ha due aspetti: il primo è legato all'elisuperfice, demolire significa che sarà necessario trovare un altro sito oppure mantenerla in Comina, il secondo è il ruolo della rianimazione. Questo reparto, però, è già previsto nella nuova struttura, quindi l'orientamento potrebbe essere quello di buttare giù anche il C.

SALVARE O DEMOLIRE
Il vero motivo del contendere è il padiglione A, uno dei più grandi e storicamente più importanti. È stato progettato dall'architetto Giovanni (Nino) Donadon, che è morto nel 2018 a 94 anni. Il padiglione rappresenta la storia dell'ospedale di Pordenone e in parallelo quello della grande espansione della città, oltre ad essere stato progettato dall'architetto più importante che ha avuto la città sul Noncello. È diventato una sorta di simbolo. Secondo alcuni tecnici, però, che badano molto di più all'operatività, non ha un grande senso recuperarlo perchè poi si dovrebbero spendere parecchi soldi per riadattarlo e in ogni caso si dovrebbe lavorare sul vecchio con tutti i rischi che ne conseguono. A difesa del padiglione, invece, oltre alla figlia dell'architetto Donadon, anche diversi pordenonesi illustri (ad esempio l'ex sindaco Alvaro Cardin), che però puntano di più sulla storia e sull'impatto emotivo della struttura piuttosto che sull'operatività.

PERCHÉ BUTTARLO GIÚ
Sostanzialmente i motivi addotti sono tre, anche se manca ancora la stima della cifra per l'eventuale recupero. Il primo motivo è che il padiglione è troppo grande e vecchio (costruito all'inizio degli anni 70) e di fatto non avrebbe gli standard necessari per poter ospitare una ottantina di posti letto per le cure intermedie e la palestra per la riabilitazione. Il secondo motivo è che riqualificarlo costerebbe milioni su milioni. Toccherà alla commissione tecnica a settembre mostrare i numeri, ma di sicuro manca l'adeguamento sismico (si tratta almeno di 4.5 milioni di euro) e di quello necessario per il risparmio di energia (un milione ottocento mila). In più ci sono da recuperare gli interni, altri 2.5 milioni. E in ogni caso - giurano i tecnici - resterebbe sempre un vecchio padiglione. Il terzo motivo è che il padiglione A non è funzionale rispetto alle esigenze del nuovo ospedale visto che è già prevista una nuova struttura (stanziati 20 milioni che serviranno anche per le demolizioni) per ospitare le cure intermedie e la palestra.

PERCHÉ SALVARLO
Non ci sono solo legami storici, anche se - come detto - il padiglione dell'architetto Donadon di fatto è diventato un simbolo di quella che è stata la città del passato che però già guardava al futuro. Oltre alla storia e all'affetto della figlia, ci sono altri professionisti pordenonesi che hanno spiegato in più occasioni che il padiglione A, pur essendo datato, ha una funzionalità che può valere anche per il presente. Non solo. Visto lo stato di conservazione non sarebbero necessari parecchi soldi per riqualificarlo e quindi il gioco vale la candela, magari dirottando quello che avanza per l'acquisto di apparecchiature tecnologicamente avanzata. In più il collegamento con il nuovo padiglione dell'ospedale sarebbe facilmente garantito.

TANTE VOCI
Se da un lato è vero che il destino ancora non è stato tracciato, è altrettanto vero che una parte di tecnici, professionisti e pordenonesi illustri si sono già espressi, chi per il mantenimento, chi, invece, per l'abbattimento. Chi non si è invece espresso è la gente comune, quella che ogni giorno frequenta l'ospedale e che - purtroppo - deve entrare e uscire da quei padiglioni.

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Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 10:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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