Allarme in ospedale a Pordenone, mancano almeno 50 infermieri

Giovedì 28 Maggio 2020 di Alessandra Betto
Allarme in ospedale a Pordenone, mancano almeno 50 infermieri
PORDENONE - L’Asfo (Azienda sanitaria Friuli occidentale) chiude i rubinetti delle assunzioni degli infermieri. Una decisione inaccettabile per il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche che chiede una immediata inversione di rotta, perché così facendo si mettono in difficoltà dipartimenti ospedalieri nevralgici. «La situazione è drammatica – mette in evidenza il segretario provinciale Gianluca Altavilla (foto sotto) – mancano almeno 50 infermieri; 12 assunti a tempo determinato termineranno l’attività il primo giugno, mentre altri 21 infermieri interinali hanno contratto in scadenza a luglio e non verranno rinnovanti. A questo quadro già così complesso si aggiunge il personale già “cessato” e parzialmente sostituito. In questo modo si mettono in crisi reparti delicati e specialistici, per esempio la dialisi di San Vito al Tagliamento, la sala operatoria di Pordenone, la medicina di Pordenone e di San Vito, la chirurgia di Pordenone e la salute mentale di Maniago. Una scelta inaccettabile». 
RESPONSABILITÀ
Secondo Altavilla «il direttore di Asfo è il responsabile della sanità pordenonese e si deve assumere le proprie responsabilità; non si sarebbe arrivati a tanto se i contratti a tempo determinato fossero stati prorogati e fossero state assunte le persone dal concorsone». E aggiunge: «Dopo mesi di fuoco in cui gli infermieri hanno dato l’anima nella guerra al Covid, anche ammalandosi, si trovano con turni massacranti. Per cercare di assicurare le ferie estive dovranno rinunciare ai riposi». Si preannuncia quindi un’estate calda su questo fronte: Altavilla lancia un appello ad Asfo affinché si assumano decisioni lungimiranti, anche in vista di una nuova ondata di coronavirus: «È una questione di lungimiranza: se dovesse tornare il Covid, come facciamo? Ricordiamoci che non vi è più il vincolo del tetto sulla spesa sul personale (decreto Calabria). Vi sono tutti i presupposti per assumere. Con le rinunce dei vincitori del concorso l’azienda avrebbe dovuto far richiesta all’Arcs di almeno 50 infermieri, alla luce anche di potenziamenti per un’eventuale ricomparsa del virus». Infine, Altavilla precisa: «C’è preoccupazione per le ferie estive della dialisi, dopo la decisione della cessazione del contratto di due infermieri a tempo determinato, scelta non condivisibile, visto che per formare un infermiere ci vogliono sei mesi. Altro capitolo è quello relativo alla mancanza di operatori socio-sanitari. Le azioni da intraprende sono, quindi, la proroga dei contratti degli interinali, sia infermieri sia operatori socio sanitari in scadenza; lo “scorrimento” di 50 infermieri della graduatoria che devono essere assunti per evitare il blocco del sistema; l’emissione di un bando a tempo determinato per gli Oss. Con tutto quello che hanno passato i lavoratori di questo comparto, non è pensabile che si trovino dinanzi a così grandi incertezze».
Ultimo aggiornamento: 08:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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