Orsi aggressivi: «Il Friuli Venezia Giulia non è il Trentino, ma il rischio zero non esiste»

Il direttore dell'Osservatorio delle Biodiversità: "La possibilità di un attacco sulle nostre montagne è estremamente bassa, ma non del tutto impossibile"

Giovedì 13 Aprile 2023 di Loris Del Frate
Orsi aggressivi: «Il Friuli non è il Trentino, ma il rischio zero non esiste»

«Parliamoci chiaro, il rischio zero di essere aggrediti da un orso anche in alcune zone boschive e montane della nostra regione non esiste. Dove ci sono animali predatori è impossibile calcolare con esattezza ogni tipo di situazione. Se poi mi si chiede se in Friuli Venezia Giulia ci sono gli stessi rischi che esistono in Trentino, allo posso dire assolutamente di no.

Da noi il rischio di una aggressione da parte di un orso a persone è decisamente basso». A parlare è Umberto Fattori, responsabile dell’Osservatorio della Biodiversità del Friuli Venezia Giulia. È lui, insieme all’Università di Udine a seguire il progetto Life Ursus, lo stesso che dal 1996 è in corso in Trentino Alto Adige. Resta il fatto che in regione la situazione, pur essendo acclarata la presenza degli orsi, è decisamente più tranquilla.


I NUMERI
Se in Trentino di plantigradi ce ne sono un centinaio, non esiste, invece, per il Friuli Venezia Giulia un numero preciso. Il perchè è presto spiegato: gran parte delle nostre montagne dalla Carnia sino al confine con Veneto e Trentino, sono zona di passaggio per gli orsi, che entrano dalla Slovenia, restano sul nostro territorio anche dei mesi, poi però tornano verso la Slovenia o vanno nell’area Trentina. Non è detto, infine, che siano sempre gli stessi, perchè - come è risaputo - in Slovenia possono essere abbattuti. «Di sicuro - spiega il direttore dell’Osservatorio - ce ne possono essere due o tre stanziali nella nostra regione. Il più conosciuto è senza dubbio l’orso Francesco, che si trova nelle nostre terre dal 2015, ha il radiocollare, quindi e monitorato. Per il resto diventa estremamente complicato se non impossibile fornire numeri certi anche se possiamo dire che ce ne sono diversi, ma non sono stanziali. Inoltre sempre con l’Università stiamo facendo anche i profili genetici per capire esattamente da dove sono arrivati».


I RISCHI
«Inutile negare che esistono, ma in maniera neppure paragonabile alla situazione che si è venuta a creare in Trentino. Se non altro per un motivo molto semplice: non ci sono in Friuli Venezia Giulia esemplari femmina che quando hanno i cuccioli sono decisamente più protettive e aggressive e possono anche attaccare se si tratta di difendere la prole. Come detto - va avanti Umberto Fattori - non abbiamo mai rilevato sul nostro territorio la presenza di animali femmina e questo perchè le femmine degli orsi tendono a non allontanarsi mai dall’area in cui sono nate. Ce ne sono in Slovenia, in Trentino, ma qui non sono state mai segnalate». 


GLI ATTACCHI
«A quel che mi risulta - va ancora avanti il direttore dell’Osservatorio della Biodiversità - non abbiamo mai registrato degli attacchi di orsi a esseri umani in Friuli Venezia Giulia. Ci sono stati tanti avvistamenti, in particolare nella zona della Carnia, nel tarvisiano e nella zona del Cansiglio, ma situazioni di pericolo per le persone non mi pare di ricordarne neppure una. Ci sono stati, di questo sono abbastanza sicuro, attacchi a cani domestici lasciati liberi sui sentieri e nei boschi, ma avvenuti lontano da dove c’erano gli umani. Del resto quando si va in quelle aree è bene tenere il proprio cane al guinzaglio, oppure avere un animale molto ubbidiente che non si allontana. In caso contrario aumentano i rischi di possibili contatti che è sempre meglio fare di tutto per evitare. C’è anche da dire che a volte gli orsi simulano l’attacco, correndo velocemente verso le persone, ma poi si fermano senza arrivare al contatto. Non abbiamo avuto sino ad ora nessuna segnalazione neppure di questo tipo».


PREDATORI
Se è vero che sul territorio regionale non ci sono stati “Incontri ravvicinati del terzo tipo” con gli orsi, tanto per parafrasare la pellicola fantascientifica che in quel caso parlava degli Ufo, è altrettanto vero, invece, che ci sono state diverse predazioni di animali allevati, come pecore e vacche. In quel caso per gli animali c’è stata ben poca speranza. «Questo è vero - conclude Umberto Fattori - ma possiamo dire che abbiamo anche una legge regionale tra le più avanzate che tutela gli allevatori dal punto di vista economico, sia nel caso in cui sia stato perso il capo di bestiame, sia per l’acquisto di attrezzature che consentono di limitare gli attacchi, penso ad esempio alle reti elettrificate».

Ultimo aggiornamento: 16:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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