Quadri, statue, documenti: la mappa delle 125 opere d'arte sparite

Sabato 22 Giugno 2019 di Lara Zani
Quadri, statue, documenti: la mappa delle 125 opere d'arte sparite
PORDENONE Nessun furto o quantomeno nessuna sottrazione sistematica di opere. Più probabilmente, tanti casi diversi dovuti, di volta in volta, a particolari situazioni storiche, calamità naturali, diversi metodi di gestione e organizzazione del materiale e magari pure qualche leggerezza.
Il risultato sono sì 125 opere scomparse, ma nel giro di un secolo o giù di lì. Questo il quadro che pare delinearsi, secondo l'assessore alla Cultura Pietro Tropeano, dietro il caso delle 160 opere sparite (35 delle quali poi ritrovate) dal patrimonio comunale, oggetto dell'esposto presentato giovedì in Procura dal capogruppo del Movimento 5 Stelle Samuele Stefanoni.
AMMANCHI NON RECENTI La prima questione riguarda la tipologia del materiale: l'elenco dettagliato delle opere volatilizzate è coperto da vincoli di riservatezza, in quanto oggetto della segnalazione presentata alla Procura nel 2014. Stefanoni cita opere di Amalteo, Grigoletti, Pizzinato, Bordini, Zuccheri, Florian, Licata, Zigaina. L'assessore ridimensiona: «Ci sono documenti cartacei e poi alcune opere pittoriche e scultoree. Di certo non parliamo di opere di Picasso o di Rembrandt».
Poi ricostruisce la vicenda, sottolineando come si tratti di cose note da sei anni, da quando cioè l'allora conservatrice del Museo cittadino Isabella Reale mise nero su bianco l'elenco delle opere mancanti. Che però, precisa l'assessore, non erano certo sparite di recente. Gli ammanchi erano noti e risalirebbero addirittura ai tempi della Prima guerra mondiale. «Il risultato di quella ricognizione - ripercorre i fatti - fu comunicato all'allora segretario generale del Comune, che a sua volta ha informato i Carabinieri. Quando poi questa amministrazione si è insediata, abbiamo proseguito le verifiche che, in verità, erano già state avviate da quella precedente, e abbiamo stilato un registro informatizzato delle 2013 opere che attualmente costituiscono il patrimonio comunale». Il risultato della ricerca ha portato a recuperare 35 delle 160 opere scomparse, che sono state ritrovate nei posti più disparati anche utilizzando le foto: alcune giravano semplicemente da un ufficio all'altro da anni; altre non erano facilmente identificabili perché nel frattempo erano state cambiate loro la cornice e i numeri di matricola.
«Bisogna pensare - sostiene Tropeano - a quelle che erano le prassi negli anni Cinquanta, Sessanta e ancora dopo, quando le opere potevano essere prelevate e collocate nei vari uffici, magari solo con qualche annotazione approssimativa, di cui poi si perdeva traccia. Spesso quelle opere non ritornavano più al loro posto, i titolari degli uffici cambiavano e non è più possibile ricostruire tutti gli spostamenti».
IL COMUNE Il Comune, comunque, ha fatto tutto quello che poteva fare - ribadisce Tropeano -: «Ha denunciato la mancanza delle opere e poi ci siamo dati da fare per recuperarle, come dimostrano le 35 che abbiamo ritrovato. Siamo tranquillissimi: più di così il Comune non può fare. Se poi l'opposizione vuole controllare, potrà verificare che dal 2013 a oggi nessuna opera è più scomparsa, a dimostrazione che l'attuale sistema di gestione è efficace. In passato le cose funzionavano diversamente: basta verificare in altre città e in altri musei per scoprire che si tratta di una situazione molto comune». Difficile anche pensare che l'amministrazione proceda a ulteriori ricerche: «È stata vagliata tutta la documentazione per cercare di capire che fine potessero aver fatto le opere mancanti, ma più di così non si è potuto fare. Il personale ha investito ore e ore: lo abbiamo fatto volentieri, ma non possiamo continuare a impiegare le risorse del Comune in questo».
 
Ultimo aggiornamento: 11:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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