Omicron 2, scoperti i primi casi di contagio in Friuli Venezia Giulia

Martedì 1 Febbraio 2022 di Davide Lisetto
Omicron 2, scoperti i primi casi di contagio in Friuli Venezia Giulia

Omicron 2, la nuova sottovariante di Omicron è arrivata anche in regione. Il Friuli Venezia Giulia è infatti tra le nove aree italiane in cui è scattato l'allarme Omicron 2 con le conseguenti segnalazioni all'Istituto superiore di sanità. I casi finora riscontrati in regione sono cinque: due a Trieste, due a Udine e uno a Gorizia.

Il territorio del Friuli occidentale è l'unico finora immune dalla nuova variante. Ma - secondo gli esperti - è soltanto questione di giorni. I primi due casi della nuova variante sono stati sequenziati in regione già nella seconda settimana di gennaio. Gli altri tre casi sono invece emersi nella settimana dal 17 al 23 gennaio. Finora sui 266 tamponi esaminati a campione dai laboratori della struttura regionale del sequenziamento del virus guidata dal professor Pierlanfranco D'Agaro la nuova variante Omicron con i 5 casi rinvenuti rappresenta il 2 per cento. La varinate Omicron madre è invece ormai prevalente da tempo con oltre il 95 per cento dei casi di contagio. Mentre resta ancora una piccola coda della variante Delta.

Omicron 2, la sottovariante in Fvg

Secondo l'Istituto Superiore della Sanità, al momento la sottovariante è stata sequenziata in nove regioni e riguarda l'1% delle infezioni registrate su scala nazionale (oltre che in Friuli Venezia Giulia si trova in Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Toscana). Secondo i primi studi (è ormai prevalente in Danimarca) è in grado di diffondersi più velocemente dell'originale, che già era il virus a più rapida diffusione della storia. Il dato positivo sembrerebbe essere che non è più grave della variante ma sarebbe 1,5 volte più contagiosa rispetto al classico sottotipo di Omicron. Per quanto riguarda la vaccinazione è ancora molto efficace nel prevenire casi gravi di Covid, qualunque sia la sua variante. La Danimarca registra un numero molto elevato di casi ma il numero di persone in terapia intensiva diminuisce. Sempre stando alle prime evidenze con Omicron 2 i ricoveri scendono al 60% ed è meno patogena soprattutto a livello polmonare. I sintomi sono quasi identici: naso che cola, raffreddore, dolori articolari e anche febbre. Ciò che è certo che anche in regione si va verso una circolazione contemporanea di Omicron 1 e 2: dal punto di vista clinico - sempre secondo le prime evidenze - non c'è una grande differenza, siamo di fronte a malati con un quadro meno grave rispetto a Delta. «Per ora siamo circa al 2 per cento di diffusione - spiega il professor Fabio Barbone, capo della task-force anti-Covid della Regione Fvg -. È ancora troppo presto per capire l'impatto che potrà avere questa nuova sottovariante. Più trasmissibile e meno impattante da un punto di vista clinico? Io andrei cauto a stabilire una relazione di questo tipo. È ancora prematuro. L'idea che si passi a varianti sempre meno impattanti dal punto di vista clinico anche se più veloci nella contagiosità deve trovare ancora prove scientifiche. Meglio la cautela. Anche la durata della positività di Omicron 1 - sottolinea il professor Barbone sembrava dovesse essere più breve, invece poi si è visto che non è stato così».

Intanto ieri con l'aumento dei ricoveri nelle aree mediche si è superato per la prima volta il livello di guardia della zona rossa: i 519 posti letto occupati portano a un tasso di occupazione del 40,6% (il limite è 40%). Mentre nelle terapie intensive l'occupazione è al 24%, ancora parecchio sotto la soglia del 30%. Nella giornata di ieri si sono registrati 1.032 nuovi casi e sette decessi. Due uomini di Trieste, uno di 90 anni e un altro di 88 anni, un uomo di 87 anni di Azzano Decimo, un uomo di 82 anni di Ronchi dei Legionari, una donna di 80 anni di Udine, un uomo di 78 anni di Trieste e un uomo di 50 anni di Sacile.

Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 10:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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