PORDENONE - È atteso per domani, in Procura a Pordenone, il punto sulle indagini del femminicidio di Roveredo in Piano. Il sostituto procuratore Federico Facchin esaminerà con gli investigatori della Squadra Mobile testimonianze, ricostruzioni e i primi risultati degli accertamenti tecnico scientifici eseguiti all'interno dell'abitazione di via Martin Luther King, dove l'infermiere 33enne Giuseppe Mario Forciniti ha ucciso a coltellate la compagna Aurelia Laurenti, 32 anni, casalinga e mamma di due bambini di otto e tre anni.
Omicidio, cosa sappiamo?
I poliziotti in questi giorni hanno sentito a sommarie informazioni genitori, vicini di casa e amici della coppia. In forma protetta, con l'ausilio di una psicologa e adottando tutte le precauzioni previste in questi casi, è stato sentito anche il figlio maggiore. Che il rapporto tra Giuseppe e Aurelia fosse in crisi, nessuno ne ha fatto mistero. Lo stesso Forciniti nel suo interrogatorio ha parlato di liti e contrasti quotidiani, di un rapporto che si era deteriorato da circa sei mesi. Le letterine che il figlio gli aveva lasciato sul comodino lo invitavano a lasciar perdere, a non litigare con la mamma e - come precisa l'avvocato Ernesto De Toni - «a tener duro».
Si farà il punto anche sulle perquisizioni informatiche dei telefonini della coppia, sui rilievi che dovranno essere fatti (dando alla difesa la possibilità di partecipare a sopralluoghi e analisi) sull'auto di Forciniti, sui vestiti che indossava quando si è costituito in Questura (ha riferito che al momento della tragedia indossava sono biancheria intima perchè si era preparato per andare a dormire) e sul coltello che l'infermiere ha fatto ritrovare in un cassonetto per i rifiuti.
Grida
La Squadra Mobile ha già ricostruito l'ora del delitto e gli spostamenti di Forciniti dopo l'uccisione della compagna. Gli orari sono stati determinati grazie alla testimonianza di un vicino che, dalle grida e da alcune frasi percepite attraverso i muri del civico 18 di via Martin Luther King, ha capito che stava succedendo qualcosa di grave. Erano circa le 23.30. Mezzora dopo Forciniti ha portato i bambini da una zia a Pordenone e a mezzanotte e quaranta si è costituito.
Autopsia
Domani sarà invece eseguita l'autopsia affidata al medico legale Michela Frustaci e alla quale parteciperà anche il pm Facchin. Il magistrato - che ha già effettuato un sopralluogo a Roveredo la notte del delitto e dopo l'interrogatorio ha portato Forciniti a recuperare il coltello - non vuole trascurare alcun dettaglio dell'indagine affinchè ad Aurelia venga garantita giustizia. L'autopsia aiuterà a far chiarezza sulla ricostruzione parziale fatta da Forciniti e sui suoi vuoti di memoria. Il 33enne sostiene di essere stato aggredito e colpito con pugni. Parla di una colluttazione e dice che non sa spiegarsi perchè in camera da letto ci fosse un coltello. La vittima, dai primi riscontri, non presenta segni di difesa: soltanto ferite al collo e al volto. «L'ho colpita una sola volta», ha dichiarato. Ma dopo il primo fendente, l'infermiere ha continuato a infierire.
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