Imprenditore di Latisana fa rinascere Postalmarket, ma il catalogo sarà digitale

Martedì 16 Giugno 2020
Imprenditore di Latisana fa rinascere Postalmarket, ma il catalogo sarà digitale

CORDOVADO È cordovadese, abita a Latisana e ha 59 anni l'imprenditore che farà rivivere Postalmarket. Il marchio è noto ai più, soprattutto alla generazione degli anni '60 e 70, sino al fallimento, dichiarato nel 2015, ha rappresentato una realtà che ha importato in Italia il modello americano di vendita per corrispondenza. Antesignana degli acquisti a distanza. È un sogno ambizioso quello che Stefano Bortolussi, ex difensore centrale della Spal Cordovado, sta realizzando e che, con molta probabilità, sarà disponibile per gli utenti entro Natale: un progetto che punta, attraverso l'e-commerce, a valorizzare i prodotti italiani.
Perché far rivivere Postalmarket, quando il commercio elettronico è monopolizzato da Amazon?
«Nel 2019 il mercato italiano dello shopping online ha detto Bortolussi ha fruttato 47 miliardi di euro. Cifra stratosferica, destinata sicuramente a crescere. Se con un marchio storico, come lo è Postalmarket, riuscissi a ritagliarmi una fetta di mercato compresa tra lo 0,5 e il 3% nei prossimi cinque anni il fatturato oscillerebbe tra i 500 milioni e il miliardo. Nessuno ha la pretesa di fare la concorrenza ad Amazon, sarebbe un'utopia, ma almeno si deve provare a differenziarsi da quel colosso. E ciò vendendo agli italiani prodotti italiani. Utilizzando per il trasporto i vettori nazionali. Queste sono differenze sostanziali rispetto alle piattaforme più famose e che, proprio per questo, potrebbero fare la... differenza».
Può farci qualche esempio?
«Su Postalmarket sarà possibile acquistare una giacca prodotta in Italia da uno stilista italiano, invece che lo stesso capo prodotto in Asia o in Africa per conto, magari, di uno stilista americano».
Parlare di Postalmarket fa venire in mente un catalogo. Ci sarà ancora?
«Sì ma in una versione light, riservata ai soli abbonati (e ai nostalgici). Quella è stata la fortuna dell'azienda nata a Peschiera Borromeo: i clienti sfogliavano le centinaia di pagine stampate e ordinavano un prodotto semplicemente con una telefonata o un fax. Dal momento che i tempi sono cambiati, tra qualche mese il catalogo (le ultime versioni prima del fallimento erano in formato digitale) sarà consultabile in internet, nella piattaforma gestita a Villorba (Treviso) dal mio partner tecnologico. Si tratta di Francesco D'Avella, titolare di Storeden, sito di e-commerce ai vertici in Italia nel suo settore».
E il quartier generale dove sarà?
«A Latisana dove ho già due aziende: la Tramontin pubblicità e la Bost Group. Si occupano rispettivamente di affissioni e cartellonistica stradale».
Com'è entrato in contatto con Postalmarket?
«È una storia lunga, che però mi piace raccontare. Con Riccardo Di Tommaso, patron del gruppo Bernardi abbigliamento, mi legava un rapporto di amicizia. È stato lui, una volta rilevato il marchio dal fallimento di Eugenio Filograna, ad affidarmi nel 2008 il ramo digitale. Era un progetto che stava prendendo piede ma dopo due anni, purtroppo, Di Tommaso è venuto a mancare. Mi sono quindi sentito in dovere di restituire ai figli, che intanto avevano preso in mano le redini dell'impero Bernardi, il progetto che mi era stato affidato dal padre. Chi mi conosce sa che ho la testa dura, che sono tenace. Per Postalmarket.it avevo investito tempo e risorse: non poteva finire così. Ho seguito il fallimento della società, tanto che nel 2018 ho acquisito il marchio dalla Bnl. Ma era come avere una Ferrari senza benzina nel serbatoio. In questi due anni ho bussato a molte porte, sino a quando ho trovato il partner che ha creduto al mio progetto: la Storeden di D'Avella. Nel frattempo abbiamo acquistato vari domini e anche il .com che era finito nella mani di un coreano».
Veniamo a oggi. Siete pronti per il lancio?
«Ci siamo quasi, ma ci vorranno ancora alcuni mesi di lavoro prima di rendere Postalmarket fruibile. Il marchio fa gola ed è ben ricordato da un target di persone che va dai 40 ai 70 anni e che, nel frattempo, ha imparato a spendere attraverso internet. La prossima sfida è quella di tornare a essere il negozio italiano degli italiani. Delle vecchie ma anche delle nuove generazioni». 
 

Ultimo aggiornamento: 11:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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