Letti e tac introvabili: il Pnrr rallenta chi non ne ha bisogno, il nuovo ospedale rischia la paralisi

L’alternativa è la gara “in proprio” ma si arriverebbe a metà del 2024

Mercoledì 19 Aprile 2023 di Marco Agrusti
Letti e tac introvabili: il Pnrr rallenta chi non ne ha bisogno, il nuovo ospedale rischia la paralisi

PORDENONE - La partita è determinante, così com’è rosso il colore dell’allarme se i tasselli non dovessero mettersi al loro posto in un tempo ragionevole. Il nuovo ospedale di Pordenone, infatti, rischia di aprire i battenti in ritardo per colpa ancora una volta non di chi ha firmato il progetto, non di chi i soldi li ha messi (ultimamente la Regione) e nemmeno di chi sta seguendo i lavori, bensì di una strozzatura (l’ennesima) che arriva da Roma.
Ed è un guaio molto importante, perché riguarda la fornitura delle attrezzature necessarie a farlo funzionare, il nuovo ospedale.

Al momento, infatti, la precedenza va a chi è in corsa con il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Gli altri devono mettersi in coda.


COSA SUCCEDE
Al nuovo ospedale di Pordenone serve tutto: se si parla di forniture e non di muri, ad esempio, ecco che la lista comprende qualcosa di fondamentale come i letti, le attrezzature generiche, ma anche elementi altamente tecnologici (nonché dal costo elevato) come i macchinari per la Tac oppure la risonanza magnetica. E qui arriva il bello. Anzi, purtroppo arriva il brutto. 
Il responsabile del cantiere per la realizzazione del nosocomio pordenonese deve infatti rivolgersi alla Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana. Il problema quindi dove sta? Proprio lì, perché in realtà le forniture ospedaliere sono praticamente tutte prenotate. Da chi? Da tutte quelle amministrazioni (oppure enti sanitari) che hanno ricevuto i finanziamenti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza. 
Gli altri al momento devono rimanere in coda e attendere tempi migliori, perché ad esempio le risonanze magnetiche oggi disponibili sul portale della Consip sono tutte a beneficio dei “clienti” del Pnrr. E il nuovo ospedale di Pordenone non fa parte di questa “cricca”, perché il suo progetto è partito nettamente prima, sia rispetto alla pandemia che al varo del Piano nazionale di ripresa e resilienza.


IL PERICOLO
Tutti quelli che non fanno parte del “club” del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono rimasti in un limbo. Il nuovo ospedale di Pordenone è vittima di questa situazione: ha un disperato bisogno di una Tac ma nella lista della Consip non la si può acquistare se non si fa parte della lista del Pnrr. L’alternativa esiste, ma comporta un rischio enorme: si può infatti passare dall’Arcs, l’azienda sanitaria “zero” che coordina tutte le altre, per una gara in deroga. Quindi “privata”, tra virgolette. Il punto? In quel caso i tempi si allungano e si rischia di andare oltre le scadenze. Internamente, nel gruppo di lavoro che dirige il cantiere, si parla addirittura di metà 2024. Quindi si sforerebbero i termini per l’entrata in funzione delle attività dell’ospedale. 
La notizia segue di un giorno quella relativa ai mancati “rimborsi” da parte del ministero per le Infrastrutture e i Trasporti relativi agli extra costi sostenuti dalla ditta durante l’esecuzione dei lavori per la realizzazione del nuovo ospedale di Pordenone. Diciotto milioni di euro, non esattamente noccioline. 

Ultimo aggiornamento: 07:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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