Guerra e crisi dell'energia, Fedriga apre al nucleare: «No alle scelte ideologiche»

Sabato 7 Maggio 2022 di Davide Lisetto
Il presidente regionale Massimiliano Fedriga
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«Abbiamo, in prospettiva, la possibilità di avere un’energia nucleare pulita e senza produzione di scorie.

Non dobbiamo essere ideologici su questo. Sono convinto che ideologizzare il nucleare sia sbagliato, non si può dire sì o no a tutti i costi. Sarebbe una follia chiudere gli occhi e non affrontare almeno la possibilità di andare in questa direzione: come sistemi regionali ci siamo messi a disposizione del governo per dare una risposta ai nostri sistemi produttivi». Il governatore Massimiliano Fedriga, presidente anche della Conferenza delle Regioni, durante un convegno organizzato ieri da Confindustria Alto Adriatico sulle consegueze della guerra in Ucraina sul sistema produttivo manifatturiero.

LE PAROLE

«È importante l’opera del governo di trovare nuovi fornitori di energia. I rigassificatori - ha aggiunto - sono fondamentali, soprattutto per i nuovi accordi siglati: su questo so che il ministro Cingolani sta lavorando. C’è, tuttavia, ormai a disposizione l’utilizzo di energie che pochi anni addietro erano problematiche - ha ribadito Fedriga -: oggi il nucleare di ultima generazione ha cambiato modello, come dimostrano esperimenti di successo di fusione in Inghilterra».
Rispetto al sistema economico regionale - dal report del centro studi di Confindustria emergono dati negativi sulla domanda dall’estero nei prossimi mesi - il presidente ha annunciato: «Anche nella manovra di assestamento che porteremo in aula, la Regione Friuli Venezia Giulia metterà ingenti risorse per affrontare la crisi determinata dalla guerra in Ucraina. «Oggi in regione vediamo una fotografia che ci dà dati positivi: prima come crescita, prima per aumento di export pro capite - ha specificato -, ma la crisi in atto porterà a un peggioramento, mi auguro contenuta grazie agli interventi messi in campo da Governo, Europa e Regioni. Siamo il secondo territorio nazionale per produzione di acciaio dopo la provincia di Brescia: pensiamo a quanto è fondamentale per questa filiera l’Ucraina. Molte aziende ne stanno risentendo pesantemente - ha concluso -, anche se fortunatamente abbiamo un sistema forte». All’incontro nella sede di Confindustria a Pordenone è intervenuto con un video-messaggio il leader nazionale Carlo Bonomi: «È evidente che differenze così ampie nel prezzo di alcuni input tra macroaree globali, ma anche tra paesi europei, incidono molto negativamente sulla competitività dell’industria italiana - ha sottolineato il presidente di Confindustria -, soprattutto per le imprese che operano nel settore energy intensive. Le imprese sono al fianco del Governo e dell’Europa, ma servono misure finalmente strutturali e strumenti appropriati di sostegno per far sì che non venga distrutto, in tutto o in parte, il nostro tessuto produttivo. La risposta deve essere data innanzitutto a livello europeo così come è stato fatto per fronteggiare l’emergenza sanitaria nel 2020.

Lasciare la risposta ai singoli governi - avverte Bonomi - significa accentuare le differenziazioni. D’altra parte, se l’Europa si dimostrerà coesa solo sulle sanzioni e non anche sulla gestione dei loro effetti collaterali, occorrerà necessariamente agire a livello nazionale e dovremo farlo con grande tempestività e con interventi straordinari adeguati a questa nuova emergenza». E la richiesta immediata è la riforma del mercato elettrico. «La recente escalation del prezzo del gas naturale dell’energia elettrica, rende necessario accelerare lo sviluppo di nuova capacità di produzione elettrica da fonte rinnovabile». In apertura di convegno il presidente di Confindustria Alto Adritico Michelangelo Agrusti, nei panni dell’intervistatore, ha colloquiato con l’editorialista del Corsera Federico Rampini collegato da New York. Un momento molto interessante e apprezzato dal pubblico in sala.

Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 11:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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