Non si trovano cuochi e camerieri: «Preferiscono i sussidi ai contratti»

Martedì 8 Giugno 2021
Non si trovano cuochi e camerieri: «Preferiscono i sussidi ai contratti»
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PORDENONE - La ripartenza dovrebbe far volare il desiderio di mettersi a far fatica. Il bisogno di lavoro dovrebbe spingere sempre più persone ad adattarsi, a scendere a compromessi. Invece a quanto pare non è così. Nel settore dei bar e della ristorazione, infatti, non si avverte solo la crisi dei prezzi, ma anche quella della somministrazione di lavoro. I titolari non riescono più a trovare professionisti. Cuochi, camerieri, ma anche baristi. Sembrano scomparsi, nonostante la lunga crisi che ha martellato il settore nelle fasi più toste della pandemia. La preoccupazione è condivisa ormai dalla maggior parte degli operatori. «Evidentemente - commenta Alberto Marchiori dell'Ascom - c'è chi preferisce rimanere a casa e percepire i sostegni». E il problema, sentendo il parere dei ristoratori di Pordenone, pare essere proprio quello. «Ci metto volentieri la faccia dicendo qual è la nostra situazione - spiega ad esempio lo chef Carlo Nappo -: nessuno di noi riesce più a trovare lavoratori regolari, professionisti disposti ad essere assunti». Quindi mancano camerieri e cuochi, e il lavoro si fa sempre più frammentato.
C'è infatti chi trova un impiego per il fine settimana, magari in un bar o in un ristorante. Non è raro che il contratto sia a chiamata, quando va bene, ma capita ancora che si tratti di vero e proprio lavoro nero. A ciò si devono aggiungere le molte posizioni ancora aperte di cassa integrazione. È una conseguenza del Covid, ma induce molte persone a preferire il sussidio, da sommare magari a qualche impegno saltuario e in alcuni casi non regolare. In poche parole, si rischia di prendere di più rimanendo a casa e accettando un contratto in nero.
 

Ultimo aggiornamento: 10:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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