Manager morto in A4, il procuratore di Pordenone: «Non ci sono responsabilità del gestore»

Giovedì 20 Ottobre 2022 di Nicola Munaro
Maurizio Durì
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PORDENONE - Nessun indagato per l'incidente di martedì pomeriggio in A4 in cui è morto è il manager Maurizio Durì e soprattutto nessuna inchiesta su quella che, a tutti gli effetti, sembra essere un'autostrada maledetta. Dove tutto è comunque segnalato e questo chiama gli autisti a rivedere il proprio comportamento senza paracaduti sullo stato della strada o dell'avanzamento dei lavori.
«Non ci sono evidenze che possano portare a responsabilità su chi gestisce il tratto di autostrada - spiega Raffaele Tito, procuratore capo di Pordenone, una delle due procure, insieme a Venezia, interessate per competenza a indagare su quanto accade in A4 - I cartelli che avvisano dei cantieri ci sono, come ci sono le segnalazioni dei rallentamenti.

Gli incidenti che fin qui sono avvenuti non hanno coinvolto parti di autostrada sulle quali la responsabilità è del gestore, come potrebbe essere nel caso di un guardrail difettoso che non regge un impatto. Il gestore non ha responsabilità - conclude il procuratore capo Tito - per il mancato rispetto dei limiti di velocità o per le distrazioni degli autisti» che spesso (o quasi sempre) sono la causa di tamponamenti fatali sul tratto del corridoio 5 che interseca il Veneto orientale. Le inchieste penali, quindi, riguardano i singoli episodi: c'è un fascicolo per ogni tamponamento, per ogni decesso a meno che, come nel caso dell'incidente di martedì, il responsabile non sia deceduto. Nemmeno la burocrazia è sotto accusa dai pm: bisognerebbe dimostrare che c'è un vantaggio per qualcuno.

 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 20:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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