PORDENONE - Vittima del dovere o di un atto terroristico? Senza la documentazione completa sulla missione Antica Babilonia, che lo vide protagonista il 6 aprile 2004 nella Battaglia dei ponti di Nassiriya, un militare in servizio in Friuli non potrà definire il suo status. Quel giorno, dopo una battaglia di 18 ore, rimasero feriti lievemente 9 bersaglieri dell’11° Reggimento di Orcenico e due carristi del 132° Cordenons: uno fu colpito da un’arma da fuoco (30 giorni di prognosi), gli altri rimasero feriti in modo lieve da schegge.
E cioè rapporti informativi, documentazione da cui emerga la dotazione tecnica (armamenti, tute, dispositivi di protezione) fornita durante la missione, documentazione da cui emergano le finalità della missione, atti relativi all’incidente, documenti relativi al riconoscimento della causa di servizio e copia di tutta la documentazione relativa al riconoscimento dello status di vittima del dovere.
Il ministero della Difesa aveva fornito soltanto una parte del materiale richiesto facendo formare il silenzio sulla restante richiesta di accesso. Il Tar con una sentenza di un paio di giorni fa ha annullato il “silenzio-rigetto” con cui il Ministero ha negato l’accesso agli atti.
I giudici amministrativi ritengono, visto la patologia riportato dal militare dopo lo scontro a fuoco in Iraq, che la documentazione sia utile alla tutela degli interessi giuridici del ricorrente, cioè ad accertare la sussistenza di «possibili incongruità/sviste relative ai benefici riconosciuti ed agli accertamenti medici effettuati».