Addio don Pierluigi Di Piazza. L'amico don Ciotti: «Era un autentico uomo di pace»

Lunedì 16 Maggio 2022 di C.A.
Don Pierluigi Di Piazza alla Via Crucis della pace a Pordenone
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L’ultima preghiera, il Padre Nostro, poi si sono dati la mano. È così che don Giacomo Tolot ha lasciato andare l’amico diventato un fratello in tanti anni di battaglie pacifiste. È stato lui, con accanto il prete di strada di Trieste, don Mario Vatta, a impartigli l’unzione degli ammalati. Trattiene le lacrime, don Tolot, per «un uomo che lascia una traccia nella società, anche in coloro che lo osteggiavano». E il riferimento è a politici e Chiesa ufficiale. «Quando è stato eletto papa Francesco - racconta - abbiamo gioito insieme. Accoglienza, ecologia, pace erano la missione di Pierluigi. Penso alla sua attività nell’America Centrale, al coraggio di seguire il Vangelo sopportando avversità... Era una delle teste più belle del Friuli».

Si erano conosciuti a Mezzocanale di Barcis, dove don Tolot, all’epoca responsabile degli obiettori di coscienza, gestiva i campi scuola della Caritas. «Ci ha dato la scossa iniziale - ricorda - Ricordo l’Air show ad Aviano e noi, un centinaio di manifestanti, al Santuario della Madonna del Monte ad Aviano». Con lui ha ideato la Via Crucis della pace: Pordenone-Aviano a piedi, 24 edizioni che solo il Covid ha interrotto. Il pensiero di don Giacomo va al centro Balducci, agli incontri straordinari con superstiti di Hiroshima o dell’Olocausto, come un’allora poco conosciuta Liliana Segre.

Ai dibattiti con Margherita Hack, Massimo Cacciari, il Dalai Lama, il Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel e il teologo Vito Mancuso, a Zugliano anche lo scorso 23 aprile scorso, quando per la prima volta don Pierluigi ha mostrato il Calvario della malattia. 

«Aveva una forza d’animo che lo ha sostenuto fino all’ultimo - continua don Tolot - Ha voluto celebrare due messe a Zugliano e qualche giorno fa battezzato la sua nipotina». A salutarlo sono andati anche i genitori di Giulio Regeni, ai quali tanto sostegno aveva dato. Aveva chiesto verità per Giulio assieme al presidente della Federazione Nazionale della Stampa Beppe Giulietti e la Rete Dasi Fvg. Scrittore e giornalista, lascia la sua eredità anche in Articolo 21 Fvg, di cui aveva accettato un anno la presidenza, come ricorda Fabiana Martini, per «un’informazione vera, con il Vangelo da una parte e la Costituzione dall’altra» per «eliminare le disuguaglianze». «È sempre stato dalla parte dei senza voce - afferma Mauro Marra per l’Associazione Immigrati di Pordenone - I migranti perdono un compagno di strada, sempre in prima fila nella difesa dei diritti, con un altruismo portato sempre alle estreme conseguenze».

Tra i suoi compagni di cammino c’era anche don Luigi Ciotti. «Mai come in questo momento avremmo avuto bisogno di Pierluigi! - ha detto ieri il presidente di Libera - Era un autentico uomo di pace, e immagino lo sconforto che deve aver provato sentendo nuovi venti di guerra soffiare sopra l’Europa». «Il dolore del corpo, provato dalla malattia - è la riflessione di don Ciotti - lo avvicinava spiritualmente alle sofferenze delle vittime del conflitto. E nello stesso tempo l’approssimarsi dell’ora del commiato rendeva forse ancora più lucido e profetico il suo sguardo: in grado di scorgere, in mezzo all’angoscia, qualche indizio di speranza».
Flavio Lotti, coordinatore della Marcia PerugiAssisi, dice che «padre Balducci avrebbe detto di lui: un uomo planetario». E aggiunge che «chi ha avuto la fortuna di conoscerlo potrà ricordarlo in mille modi diversi, perché Pierluigi era sempre autentico e per questo originale. Io lo voglio ricordare innanzitutto come un amico e un fratello».

Ultimo aggiornamento: 08:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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