Le lotte in prima linea con l'Inail, la malattia, il trapianto di polmoni: addio all'avvocato De Piero

Giovedì 4 Agosto 2022 di Cristina Antonutti
L'avvocato Federico De Piero

PORDENONE - Una vita di battaglie, combattute sempre coraggiosamente, sia che fosse un'aula di giustizia, di un consiglio comunale o una stanza d'ospedale. L'avvocato Federico De Piero, 60 anni, originario di Cordenons e residente a Fiume Veneto, è mancato martedì notte, 2 agosto, all'ospedale di Padova in seguito alle complicanze subentrate al trapianto di polmoni a cui era stato sottoposto il 12 aprile.

Si era ammalato nel 2016, una malattia di origine sconosciuta e così rara (5mila casi in tutto il mondo) da essere esclusa dai principali progetti di ricerca.

L'unico centro in cui potevano prendersi cura di lui era a Forlì, ma quando gli spostamenti cominciarono a diventare troppo faticosi, si affidò all'ospedale di Padova. Un destino crudele, lui ci scherzava sopra mentre lottava e il respiro diventava sempre più corto. L'unica salvezza era il trapianto. «Dopo tre chiamate andate a vuoto - spiega il figlio Riccardo - il giorno dopo il suo compleanno ha avuto una chance. L'intervento era andato bene, aveva donato i suoi vecchi polmoni per la ricerca e dopo la degenza era stato trasferito a Motta di Livenza, dove stava facendo riabilitazione». Gli amici contavano di poterlo riabbracciare entro la fine dell'estate: ieri mattina l'inaspettata notizia.

IL RICORDO
Gianni Sartor, l'amico di una vita, non si dà pace. «Eravamo compagni di scuola - ricorda - reciproci testimoni di nozze, un'amicizia solida, abbiamo fatto insieme anche il percorso politico. Gli ultimi anni per Federico sono stati un calvario, ma lui li ha affrontati con coraggio. Metteva l'anima in tutto ciò che faceva, un lottatore». Pierantonio Rigo ricorda gli anni in cui era impegnato con il Psi: «Abbiamo fatto assieme delle battaglie incredibili. Era difficilmente controllabile, non guardava in faccia nessuno, ma era leale e sincero». Addolorato l'avvocato Franco Vampa: «Il papà era un vecchio socialista e Federico uno dei miei allievi. Ho perso un amico, era bravo, capace. Quando diventai sindaco di Cordenons lo feci presidente del macello intercomunale e nel 1988, quando fui eletto in Regione, lui entrò in consiglio comunale a Cordenons con un gruppo che il Psi mai aveva avuto. Eravamo legati politicamente, mi appoggiò e spronò anche quando mi candidai l'ultima volta. Era un resistente, quando mi hanno dato la notizia della sua morte speravo che non fosse vero».

LA PROFESSIONE
Iscritto all'Albo dal 1990, Federico De Piero è stato per quasi trent'anni l'avvocato dell'Inail di Pordenone. Tra le sue battaglie più importanti vi è quella legata all'esposizione al cromo esavalente e all'amianto a cui erano sottoposti gli operai dell'ex Zanussi. Impiegò dieci anni per esaurire il contenzioso tra Electrolux Professional Spa e Inail. L'azienda mirava a una riduzione del tasso di premio pagato all'Inail per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Una causa pilota di cui era molto orgoglioso, anche perché l'aveva spuntata in Cassazione ottenendo un pronunciamento che si sarebbe riverberato su tutte le altre cause ancora aperte. Lascia i figli Riccardo e Roberta, accanto a lui fino all'ultimo assieme alle sorelle Morena e Carmen e ai cognati Mario e Alessandro. La data del funerale sarà comunicata nei prossimi giorni: il suo ultimo dono va ai ricercatori dell'ospedale di Padova affinché possano eseguire un'autopsia a scopo scientifico.

 

Ultimo aggiornamento: 09:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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