Monica, la cacciatrice di ricordi sulla prima guerra mondiale a Polcenigo

Martedì 2 Febbraio 2021 di Francesca Giannelli
Monica, la cacciatrice di ricordi sulla prima guerra mondiale a Polcenigo

POLCENIGO - Aiutatemi a ricordare: è con un hashtag, il cancelletto delle tastiere inserito prima delle parole chiave, che Monica Apostoli, associata al Gruppo archeologico Polcenigo, ha lanciato il suo appello per raccogliere storie di memoria, scoprendo di un bambino trascinato fuori dalle acque del Gorgazzo in piena e salvato da un soldato di passaggio. «È da un annetto che mi sto dedicando a una preziosa ricerca sulla prima guerra mondiale a Polcenigo.

Caduti, decorati, e storie di quel periodo. Il mio motto, utilizzato sul gruppo Sei di Polcenigo se... su Facebook è #AIUTATEMI A RICORDARE.


IL SALVATAGGIO

L'amore per la storia e la ricerca, la convinzione che aggiungere un piccolo tassello in più, da restituire al puzzle degli eventi sia di fondamentale importanza, sono il motore della passione di Apostoli, che dedica il suo tempo libero a rincorrere le notizie tra i faldoni di archivio pieni di polvere e gli archivi digitalizzati. «Qualche tempo fa ho trovato, ricercando tra i bollettini delle promozioni, una medaglia d'argento al valor civile concessa a un soldato del 1° Reggimento Fanteria, Angelo Peschini che nel 1917 salvò dalle acque impetuose del Gorgazzo un bambino di Polcenigo». La curiosità per questo Angelo salvatore ha spinto la giovane ricercatrice ad approfondire l'episodio: «Ho avuto il suggerimento di un sito, il sistema bibliotecario dell'hinterland udinese, che ha digitalizzato alcune testate di giornale del secolo scorso. Così ulteriori ricerche le ho fatte sfogliando i quotidiani dell'epoca, in particolare la Patria del Friuli e la Sera della Patria del Friuli, scoprendo infine il nome del bambino: Enrico Fantin, di Gio Batta, classe 1911».


CACCIATRICE DI RICORDI

Cacciatrice di ricordi ama definirsi Monica Apostoli, una laurea in Beni culturali indirizzo Archivistico Librario all'Università di Trento, con una tesi su La documentazione dell'esercito italiano nella più recente bibliografia d'ambito archivistico e una carriera nell'esercito, dove è impiegata come caporal maggiore capo in servizio al 7° Reggimento Trasmissioni di Sacile. «Sono sempre stata attiva nella ricerca storica, attraverso fonti preziosissime quali gli Archivi di Stato, comunali e in particolare privati». Il progetto di ricerca per valorizzare e ricordare i sacrifici fatti durante la prima guerra mondiale nel territorio polcenighese è nato con il Gruppo archeologico Polcenigo Gr.A.Po e attraverso i social, dove Apostoli trova conforto alle ricerche e anche aiuto da chi ha le memorie tramandate da genitori e nonni. «La ricerca è per me fondamentale, per poter rendere onore a tutti coloro che sacrificarono la loro vita, per farci vivere nel nostro presente. È per me un dovere ricordare e aiutare a ricordare. Vorrei che questi sacrifici non rimanessero solo un nome inciso su una lapide in ricordo di, ma che fossero ricordati attraverso le loro storie e i loro volti. Questo sarà possibile solo se molti continueranno ad aiutarmi con materiale fotografico e cartaceo degli archivi privati». Una raccolta di testimonianze per i figli e i nipoti, perché capiscano da dove vengono, prima di aver chiaro dove vogliono andare, «sarà così un prezioso bagaglio per le generazioni future».


LA RICERCA SUL WEB

La ricerca su Fantin, dalla carta stampata è passata al web, dove si sono rintracciate nuove informazioni: «Attraverso il sito Geneanet ho ricostruito che si sposò con Jacqueline e si trasferì in Francia, generando due figli. Ho scoperto poi il nome dei fratelli e delle sorelle di Enrico: Sergio Albino, Annamaria, Luigi, Domenica, Ruggero, Lidia e Concetta, che si sposò con Attilio, di Valentino Marcandella». La soddisfazione per la ricercatrice arriva dai social e dai lettori e commentatori dei post: «L'altro giorno, su un post che ho scritto raccontando la storia, ho trovato un nipote che si è molto emozionato e che cercherà di comunicare con i parenti in Francia. Il valoroso soldato senza sapere non salvò solo un bambino ma intere generazioni». Ma arriva ma anche dai contatti personali, incontrati nella caccia: «Una delle cose più emozionanti è stata l'intervista con Isidoro Gottardo (ex sindaco e parlamentare) di Sacile, che mi ha regalato la storia del nonno, polcenighese, medaglia d'argento». 


LA NUOVA CACCIA

Le ricerche non finiscono qui: una pubblicazione in fase di stampa, su un cappellano militare nel Carso, redatta assieme ad altri storici e nuovi polcenighesi da cacciare: «Cerco materiale fotografico di chi non è caduto anche medaglie e foto o curiosità all'interno del paese. Sto continuando le ricerche di Settembrino Chilan, disperso e mai finito iscritto nelle lapidi: un soldato dichiarato morto dopo 100 anni dalla nascita, a cui il Comune deve un segno di memoria. Spero che le ricerche abbiano un riscontro anche nelle scuole di Polcenigo, già molto attente a preservare la memoria».

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