«Mobbing nella base Usa di Aviano»: la denuncia del sindacato dei lavoratori civili

Martedì 3 Agosto 2021
La base Usa di Aviano

AVIANO - Un dipendente al rientro da un infortunio rinchiuso in una stanza e costretto a rimanere seduto per l'intero turno di lavoro. Un altro privato del suo ufficio senza apparente motivo. E poi ancora il mancato rispetto del contratto collettivo di lavoro e delle regole anti-Covid e le assunzioni di personale statunitense senza titolo a discapito della forza lavoro locale, contrariamente a quanto previsto dagli accordi bilaterali. Più in generale, la Base risulta essere l'azienda che vanta un poco invidiabile primo posto per numero di dipendenti che si rivolgono al centro antimobbing di Pordenone. 


SINDACATO

I sindacati dei lavoratori civili della Base di Aviano denunciano le violazioni commesse nei confronti dei civili italiani e chiedono maggiori tutele per i circa 730 dipendenti e provvedimenti nei confronti dei manager responsabili degli episodi segnalati. A rappresentare le centinaia di lavoratori civili, soggetti al contratto collettivo nazionale, sono le due sigle sindacali della Fisascat Cisl e della Uiltucs. Il primo episodio citato è quello di un lavoratore rientrato da un infortunio: Il medico del lavoro racconta Davide Fregona (Fisascat Cisl) aveva prescritto alcune limitazioni temporanee. Dopo alcuni giorni, il manager lo ha condotto in un ufficio senza finestre e gli ha ordinato di restare seduto in quel luogo per tutta la durata del turno di lavoro e per tutto il mese nel quale era prescritta la limitazione delle mansioni. Siamo intervenuti personalmente e la situazione è stata risolta, ma il lavoratore è tuttora scosso per quanto accaduto. 
I PROBLEMII problemi riguarderebbero solamente alcuni settori, fra i quali quello commerciale.

Le organizzazioni sindacali raccontano di un altro lavoratore sfrattato dal suo ufficio con effetto immediato e di un altro al quale è stato negato il telelavoro e le altre condizioni prescritte dal medico competente. A questo si aggiungono i problemi legati alla carenza di personale, andato in quiescenza e mai sostituito, e il fatto che, spiega Angelo Zaccaria (Uiltucs) ci troviamo di fronte a un'amministrazione che sempre più ci sostituisce con personale americano non titolato. Infine, la gestione dell'emergenza sanitaria, che vede attualmente circa duecento persone in quarantena e, secondo i sindacati, una mancata applicazione dei tracciamenti e delle attività di sanificazione. Abbiamo chiesto ripetutamente un intervento deciso al Comando per affrontare il problema, nella consapevolezza di trovare un valido interlocutore per evitare il ripetersi di tali episodi. Il 31. Fighter Wing ha riconosciuto la situazione e i gravi episodi, ma comunica di non essere l'autorità preposta per intervenire. 


LA RICHIESTA

Diverse le richieste: Innanzitutto, che il Comando prenda in mano questa situazione e non la lasci ai manager: quelli che sono coinvolti in queste situazioni devono essere sostituiti, come già accaduto in passato su richiesta dei prefetti. Ci sono troppi episodi di mobbing e di stress lavoro correlato, in particolare in alcuni settori. È necessario ripristinare la situazione ideale per far funzionare i servizi. Il 31. Fighter Wing risponde con un'apertura al confronto: Apprezziamo molto la dedizione di tutti i dipendenti civili e per noi è importante prenderci cura di tutto il personale. La nostra straordinaria forza lavoro italiana è essenziale per lo svolgimento quotidiano della missione e siamo pronti a esaminare l'eventuale documentazione che i sindacati vorranno portare alla nostra attenzione.

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