Migranti col doppio compenso, l'attacco di Gava: "Lamorgese deve espellerli dall'Italia"

Mercoledì 30 Settembre 2020 di Redazione
Migranti in attesa dello status di rifugiato
PORDENONE - Il caso dei migranti che in provincia di Pordenone continuavano a percepire gli aiuti economici legati all’accoglienza per i richiedenti asilo pur avendo trovato un lavoro e incassando quindi un reddito fisso finisce a Roma. Precisamente sul tavolo del ministro degli Interni, Luciana Lamorgese. La titolare del Viminale sarà obbligata infatti ad esaminare un’interrogazione depositata dall’onorevole leghista Vannia Gava. Il caso era stato sollevato su queste pagine e si riferiva a circa un centinaio di migranti che negli ultimi due anni aveva continuato a percepire gli aiuti umanitari senza dichiarare di aver trovato un lavoro, e quindi un reddito fisso. A quel punto, una volta conclusi gli accertamenti, la Prefettura di Pordenone ha decretato per tutti gli intercettati la fuoriuscita dal programma di accoglienza. Una soluzione che però secondo Gava non è ancora sufficiente. 
«L’espulsione dal centro di accoglienza di Pordenone non basta - ha dichiarato la parlamentare della Lega, Vannia Gava - . I richiedenti asilo beccati a percepire illegittimamente il doppio compenso, grazie agli accertamenti della Prefettura, non meritano nemmeno il riconoscimento di rifugiati politici. Non solo queste persone sono entrate clandestinamente nel nostro Paese violando i nostri confini: una volta accolte hanno avuto pure la faccia tosta di prendersi con la mano destra l’assegno sociale e, con la sinistra, anche lo stipendio per attività lavorative. Il tutto con vitto e alloggio gratis, ovviamente a spese dei cittadini italiani. Non parliamo di un paio di immigrati, ma di oltre un centinaio di stranieri irregolari. Ho presentato un’interrogazione ai ministri Lamorgese e Catalfo per sapere quali iniziative intendano adottare in proposito e come il governo intenda garantire gli opportuni controlli su tutto il territorio nazionale per escludere altri casi vergognosi come questo». L’operazione, in Prefettura, era stata condotta dall’ormai ex prefetto di Pordenone, Maria Rosaria Maiorino. Proprio l’intensificazione dei controlli incrociati aveva permesso di regolarizzare diverse situazioni e di far calare, su tutto il territorio provinciale, il numero di migranti accolti a titolo ufficiale. 
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