Rotta balcanica, ecco le fototrappole per i migranti: controlleranno anche i trafficanti di esseri umani

Giovedì 17 Novembre 2022 di Marco Agrusti
Migranti

Erano ferme nei magazzini della Regione. Acquistate e “congelate”. Nessuno le aveva richieste, per il timore che il caso diventasse l’assist per ricorsi e polemiche. Adesso però non si poteva più aspettare, e soprattutto si è trovato il modo di aggirare il problema e di impiegare la tecnologia tanto richiesta ancora anni fa e fino ad oggi mai impiegata. Le fototrappole incaricate di immortalare i transiti illeciti di migranti lungo la Rotta balcanica sono state “sbloccate”. Cinquanta grazie al Comune di Trieste, altre quindici per le altre province, cioè quelle di Gorizia e Udine.

L’impiego? I sentieri che attraverso passi e boschi costituiscono i binari dei flussi migratori incontrollati. 


L’ACCELERAZIONE


La delibera è stata adottata dalla giunta regionale. Si tratta di un passaggio importante nella lotta ai trafficanti di esseri umani. Questo secondo chi, come l’esecutivo Fedriga, quei dispositivi li aveva voluti. Secondo i critici, invece, l’uso delle fototrappole lungo la frontiera con la Slovenia sarebbe uno strumento ai limiti della legalità. Se non al di là. Tra i maggiori “sponsor” dell’uso delle telecamere, anche l’assessore leghista alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti. I dispositivi a disposizione delle forze dell’ordine saranno 65, con una maggiore concentrazione in provincia di Trieste, cioè dove i flussi di migranti lungo la Rotta balcanica sono più importanti e continui. Ma a beneficiarne saranno anche le frontiere della provincia di Udine, così come il resto della regione, che naturalmente risente degli arrivi dai Balcani. La situazione si è sbloccata da qualche giorno e i provvedimenti ci sono già. 


I DISPOSITIVI


Le fototrappole hanno un vantaggio: possono essere comodamente spostate e non occupano tanto spazio. Sono perfette per gli ambienti nei quali si vogliono piazzare, cioè i sentieri battuti dai passeur della Rotta balcanica. Si tratta di dispositivi che si attivano al passaggio delle persone e che consentono, grazie alla loro definizione, di costituire prove processuali ai danni dei trafficanti di persone che giornalmente approfittano della disperazione dei migranti per guadagnarci. Un dettaglio non da poco, perché se il governo Meloni dovesse riattivare le riammissioni all’estero allora sarebbe fondamentale individuare con certezza chi passa illegalmente il confine. 
Il secondo vantaggio delle fototrappole che stanno per entrare in funzione in Friuli Venezia Giulia è dato dalla tempestività. I dispositivi saranno collegati in tempo reale con i palmari degli agenti della polizia di frontiera, che potranno intervenire anche dove il pattugliamento diretto ad oggi è impossibile. 


LA POLEMICA


Intanto stasera l’assessore Roberti sarà a Gradisca d’Isonzo a parlare (anche) di immigrazione e Rotta balcanica. «Ci saremmo aspettati che, prima di partecipare a un’iniziativa del proprio partito, l’assessore Roberti incontrasse i prefetti e le amministrazioni locali per offrire collaborazione e proporre soluzioni a fronte di una situazione legata ai continui arrivi di richiedenti asilo che vede i Comuni e le associazioni di volontariato gestire situazioni molto difficili. Invece, nulla di tutto questo», ha polemizzato Diego Moretti, consigliere del Pd. A Gradisca - prosegue Moretti - la capienza del centro d’accoglienza dei richiedenti asilo è ben oltre i limiti e, a prestare aiuto, ci sono soltanto i volontari della parrocchia e gli amministratori locali. Di Regione e Stato, tuttavia, non vi è ancora nessuna traccia. A Gradisca, del Governo nazionale e dei neo-parlamentari del Centrodestra, nessuna traccia. A fronte di una situazione sempre più seria, la Regione - conclude la nota del Partito democratico - faccia intervenire la Protezione civile». 

IL RINTRACCIO

Continuano i rintracci quotidiani di migranti in Friuli Venezia Giulia, non solo dall’area del Carso triestino e dal Collio goriziano, ma anche attraverso i valichi più sperduti come quelli delle Valli del Natisone. Da mesi non si avevano notizie di fermi di questo tipo, nella notte tra martedì e l’alba di ieri ecco che una cinquantina di extracomunitari sono stati individuati lungo le strade che scendono dal confine sloveno verso Cividale. In particolare i carabinieri della Compagnia di Cividale del Friuli e della stazione di Grimacco sono stati allertati per 46 persone che hanno varcato la frontiera tra Friuli e Slovenia dal passo Solarie (reso celebre la scorsa primavera dal passaggio del Giro d’Italia durante la tappa Marano Lagunare-Castelmonte, ndr), venendo rintracciati poi a gruppi dalle 21.00 di martedì all’alba di ieri nel territorio di Prapotnizza, piccola frazione del comune di Drenchia (99 abitanti in tutto). Sono stati quindi soccorsi e trasferiti a Udine per il foto-segnalamento, quindi trasferiti nelle strutture di accoglienza: si tratta in maggioranza di uomini e di una donna, di nazionalità del Pakistan, Bangladesh, Egitto e India.

Ultimo aggiornamento: 14:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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