CORDENONS - Il caso Meduna passa ufficialmente nelle mani della Prefettura: lo ha deciso ieri sera la Giunta, che ha affrontato l'argomento e ha stabilito di procedere con la richiesta alla rappresentanza del Governo sul territorio di convocare una riunione del Comitato di pubblica sicurezza per affrontare la questione della zona del Meduna trasformata in una sorta di spiaggia dalla quale proviene musica ad altissimo volume. «Del resto - spiega l'assessore alla Sicurezza Lucia Buna -, si tratta di un problema di ordine pubblico, che va gestito dalle forze dell'ordine. È un problema - aggiunge l'assessore - che è diventato insostenibile, più di quanto non fosse negli anni scorsi, ed è stato percepito in maniera pesante dai cittadini soprattutto in questa settimana dopo il Ferragosto».
SITUAZIONE PIÙ GRAVE
I motivi per cui la situazione appare più grave del passato sono probabilmente diversi. Di certo hanno pesato i due anni di Covid, che hanno probabilmente ridotto le presenze. Nell'ultimo fine settimana, peraltro, a essere occupato è stata anche l'area più vicina a Zoppola, anche se le proteste per i rumori e la musica a palla arrivano solamente da Cordenons, e da un'area decisamente vasta di Cordenons: le segnalazioni arrivano infatti anche da zone molto distanti come il centro e Villa d'Arco. L'iniziativa di consultarsi con il sindaco Andrea Delle Vedove per coinvolgere la Prefettura era stata annunciata nel fine settimana dal commissario capo della Polizia locale di Pordenone e Cordenons Giovanni Rorato, e ieri il suo invito è stato raccolto dall'esecutivo, senza neanche attendere il rientro dalle vacanze del primo cittadino.
Del resto, già nella notte fra sabato e domenica la Questura era intervenuta con l'invio di alcune pattuglie, che però non avevano elevato sanzioni, anche perché nel frattempo i decibel sembravano essersi abbassati e la situazione calmata.
LE SEGNALAZIONI
Il fenomeno è proseguito ininterrottamente anche la scorsa notte, con relativo strascico di proteste: «Stamattina erano le tre passate - denunciava la scorsa notte una cittadina sui social -, adesso è quasi l'una e ancora musica latina a tutto volume: ma nessuno va a lavorare domani? Possibile che nessuno protesti?».