Medicine introvabili in farmacia, l'estate del Covid ha bruciato le scorte

Lunedì 14 Novembre 2022 di di M.A.
Farmacia
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Chi ha varcato la soglia di una farmacia del Friuli Venezia Giulia magari con due linee di febbre o un po’ di tosse se ne sarà accorto: non è più così facile trovare immediatamente a disposizione le medicine “classiche”. Capita sempre più spesso di sentirsi rispondere dal farmacista di turno di tornare il giorno successivo.

Oppure ancora peggio: «Non abbiamo disponibilità». E non si sta parlando di farmaci ricercati, magari disponibili su ordinazione, bensì delle medicine che prima erano le più diffuse sul mercato: ibuprofene, antipiretici, antinfiammatori, inalatori per risolvere problemi respiratori. Ci sono periodi, nella nostra regione, in cui sono ormai quasi introvabili. Una condizione confermata dai farmacisti e anche dai vertici di Federfarma. Cosa sta succedendo? Perché nelle farmacie si fa fatica a trovare le medicine? C’è una corsa alle cure o i problemi sono a monte? A tutte queste domande ha provato a rispondere Francesco Innocente, leader locale di Federfarma. 

IL PROBLEMA

Mancano le medicine in farmacia, gli scaffali sono sempre più spesso vuoti. «È vero - conferma Innocente - siamo in difficoltà sui farmaci più comuni. Il picco c’è stato questa estate, ma anche adesso riscontriamo questo problema. E il Covid c’entra sicuramente». La coda della pandemia, quindi. Sempre più persone, una volta riscontrata la positività al tampone, seguono ormai un protocollo standard: antipiretici per abbassare la febbre, antinfiammatori e ibuprofene per il mal di testa e i dolori. È i Covid che si “normalizza”, ma per le farmacie è un problema. «Facciamo un esempio - illustra Innocente -: di solito durante la bella stagione vivevamo un crollo della domanda di questo tipo di farmaci. Quest’anno invece è successo l’opposto: c’è stato un picco, e le difficoltà le viviamo ancora oggi. Ci sono medicine che non si trovano, perché le aziende produttrici non si sono allineate alle richieste del mercato. Ci vuole tempo e non ne hanno avuto, così le scorte sono scarse. Mentre la richiesta è monstre». È in netto aumento, ad esempio, anche la domanda di prodotti contro le difficoltà respiratorie. Si tratta di farmaci nuovi, che prevedono una somministrazione molto più comoda rispetto al passato. «E i medici - prosegue il vertice di Federfarma - ne prescrivono sempre di più. Il risultato? Non si trovano più i prodotti e facciamo fatica ad accontentare i clienti». 

LA MAPPA

Le difficoltà maggiori si riscontrano ad esempio sull’ibuprofene. È il principio attivo più comune per lenire i sintomi del mal di testa e dei dolori in genere. Di marche ce ne sono ormai a decine, ma la crisi riguarda tutte le farmacie e tutte le case produttrici. Colpa in questo caso dell’onda lunga delle richieste che si sono impennate in estate e che continuano ad essere molto alte anche in autunno. Al secondo posto i farmaci che come obiettivo hanno quello di abbassare la temperatura corporea in caso di febbre alta. «Dev’essere riorganizzata tutta la produzione - prosegue Innocente - e non saranno tempi brevi». I disagi, insomma, si dovranno sopportare ancora per diverso tempo. E il problema non riguarda solamente il mondo degli adulti. Ultimamente nelle farmacie del Friuli Venezia Giulia non si trovano nemmeno molti prodotti dedicati ai bambini. «Si sta verificando un’impennata delle richieste - conferma il leader di Federfarma - per quanto riguarda i farmaci che combattono la febbre nei più piccoli. Le aziende sono costrette a rincorrere il mercato e si verifica un intasamento mai visto prima nel nostro settore». Una situazione che a gennaio, con la convivenza tra Covid e influenza tradizionale, potrebbe perfino peggiorare. 

Ultimo aggiornamento: 08:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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