Medici pensionati gratis in corsia, intanto i giovani dottori fuggono

Giovedì 4 Aprile 2019
foto di repertorio
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PORDENONE - Sempre meno medici negli ospedali e negli ambulatori del territorio. Concorsi, in particolare in alcune specialità, che spesso vanno deserti per la mancanza di candidati. E sempre più famiglie che rischiano di restare senza il medico di medicina generale. Uno scenario a dir poco preoccupante. Al quale va sommato il taglio della spesa sul personale che blocca le assunzioni e i pensionamenti con Quota 100. Tanto che in alcuni casi anche l'Azienda sanitaria 5 ha dovuto correre ai ripari richiamando medici che erano andati in pensione e che continuano a prestare la loro opera in modo gratuito.
I NUMERI Le cifre per i prossimi tre, quattro anni sono impietose: nel Friuli occidentale entro il 2022 andranno in pensione circa 90 medici di famiglia, mentre si stima che circa trecento specialisti ospedalieri usciranno dal sistema. Un dato in linea con le preoccupazioni attuali dell'Azienda sanitaria: rispetto al fabbisogno dell'anno in corso negli ospedali provinciali sono circa cinquanta i camici bianchi che mancano in organico. Vista la situazione la direzione aziendale, già l'anno scorso quindi in anticipo rispetto a quello che hanno annunciato altre Regioni come il vicino Veneto, ha chiesto a due primari andati in pensione - Giorgio Siro Carniello e l'oculista Giorgio Beltrame - di continuare a prestare il loro servizio per alcune giornate settimanali. Cosa che i due professionisti hanno accettato di fare a titolo gratuito.
IL PARADOSSO «Ma il problema vero - sottolinea il presidente dell'Ordine provinciale dei medici Guido Lucchini - non è che ci sono pochi giovani medici. I laureati in Medicina e chirurgia ci sono, eccome. Tanto che alcuni - negli ultimi dieci anni si stima che almeno 160 siano stati i pordenonesi - sono costretti a fuggire all'estero, dove per altro i medici italiani sono molto richiesti. E questo perché il ministero non bandisce un numero sufficiente di borse per la specialità post-laurea. E dunque i neolaureati non hanno i requisiti né per partecipare ai concorsi pubblici né per intraprendere il percorso triennali per diventare medici di medicina generale». E dando un'occhiata ai numeri i conti sono presto fatti. Su circa 9.500 laureati all'anno in Medicina il ministero riserva 7.500 borse per la specializzazione: duemila neolaureati restano così esclusi dalla possibilità di ottenere i requisiti per proseguire nella carriera. «I medici dunque - insiste Lucchini - ci sono, cioé che manca sono le borse di specializzazione».
PENSIONI Ma in prospettiva resta il problema legato all'ondata dei pensionamenti prevista per i prossimi anni. Basti pensare che nel 2005, in regione, i medici di famiglia erano 1030, oggi sono 900. E si stima che, entro il 2022, andranno in pensione oltre trecento dottori di medicina generale a fronte di circa 160 ingressi. Con questa situazione in regione ci saranno circa 180 mila pazienti che resteranno senza medico. Tra i 2.450 specialisti oggi operativi, entro il 2023 saranno 1.200 quelli andati in pensione. A salvarsi - grazie alla denatalità - saranno solo i pediatri di base: in provincia ve ne sono 32 e il numero pare destinato a rimanere stabile anche nei prossimi anni. «Il problema - conclude Lucchini - è quello dei medici di famiglia e per gli ospedali».


    

Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 10:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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