Medici senza vaccino stavano per essere sospesi, ma i dati erano sbagliati

Sabato 14 Agosto 2021 di Marco Agrusti

È successo un pasticcio, a cui bisognerà porre rimedio per evitare di finire nel tritacarne delle accuse e delle polemiche.

Più della metà dei medici segnalati dalle Aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia come non vaccinati in realtà è già protetta. Si è immunizzata in un’altra regione oppure è mancata la corretta comunicazione agli organi competenti. Ecco perché la macchina delle sospensioni, limitatamente ai medici, non è ancora partita. Si rischiavano infatti conseguenze pesanti, anche dal punto di vista legale, in caso di provvedimenti presi in corrispondenza di professionisti che in realtà il vaccino l’avevano fatto. 


FATTI
In provincia di Pordenone, ad esempio (ma la situazione vale anche per le altre province della regione a partira da quella di Udine), il dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale ha segnalato all’Ordine dei medici 26 professionisti che apparentemente non avrebbero ricevuto nemmeno una dose del vaccino. I rappresentanti di categoria, però, hanno sempre predicato calma e pazienza. Si sono messi a controllare, hanno analizzato caso per caso la situazione, e hanno scoperto qualcosa che non andava.

Ben 14 professionisti tra i 26 segnalati, infatti, si sono in realtà già vaccinati. Alcuni, come detto, fuori dal Friuli Venezia Giulia, perché iscritti all’ordine in regione ma operanti in altri territori. Morale? Per ora è tutto fermo. La stessa situazione la si vive anche nelle altre province del Friuli Venezia Giulia. Ma la “colpa” non sarebbe interamente dei dipartimenti di prevenzione, già alle prese con il tracciamento, le vaccinazioni e le sospensioni di infermieri e operatori socio-sanitari non protetti. Sotto accusa, infatti, è finito il sistema telematico che non sarebbe in grado di incrociare correttamente i dati relativi ai medici non vaccinati. 


L’APPELLO
«Per quanto riguarda l’aggiornamento dei medici che non si sono vaccinati - spiega Guido Lucchini, presidente dell’ordine dei medici della provincia di Pordenone - da parte dei sistemi informatici, ci sono due problemi fondamentali. Il primo: si registrano le vaccinazioni con i relativi codici fiscali per associarli agli operatori in ritardo rispetto alle inoculazioni. Il secondo problema è che i sistemi informatici delle varie regioni non si parlano tra di loro in tempo reale, altrimenti non si spiega perché una semplice ricerca per codice fiscale non sia in grado di restituire in tempo reale se uno è vaccinato o no. Il problema del ritardo nella registrazione del vaccino è comprensibile se si limita a un giorno, ma siamo di fronte a diversi giorni di disallineamento. Significa che abbiamo un’evidente carenza di personale per l’inserimento dei dati. Il sistema informatico non può essere sfruttato adeguatamente per essere d’ausilio durante l’emergenza sanitaria». E in caso di sospensioni non corrette, si rischierebbe di arrecare un danno non da poco al sistema sanitario, già a corto di forza lavoro praticamente in tutti i settori. Anche nella medicina generale. 


L’INCONTRO
L’Ordine dei medici di Pordenone (così accadrà anche per gli altri pur con date diverse), in conclusione, si riunirà il 20 agosto per valutare la posizione dei professionisti che dopo la scrematura risulteranno ancora non vaccinati. Questi ultimi saranno certamente sospesi. Gli altri, invece, reintegrati a pieno titolo. Ma in ritardo.

Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 14:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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