Mascherine dalle 18, è caos sulla nuova norma. La Prefettura: al bar, con il distanziamento, non servono

Martedì 18 Agosto 2020 di Redazione
I controlli nei luoghi della movida di Pordenone
PORDENONE - La Regione aspetta il governo. La Prefettura di Pordenone attende una circolare. Il Comune vuole un’interpretazione autentica e soprattutto univoca sulla nuova norma. È già caos in provincia sull’applicazione dell’ordinanza che da ieri mattina alle 6 impone l’uso delle mascherine (dalle 18 di ogni giorno e per le successive 12 ore) anche all’aperto dove possono venirsi a creare (anche in modo casuale) assembramenti. A mancare, infatti, è un chiarimento relativo a quali possano essere i luoghi pericolosi per il contagio. I bar? Le piazze? E quando si può intendere come tale un assembramento? I rischi sono due, correlati: da un lato le forze dell’ordine potrebbero essere costrette a muoversi “al buio”, senza una meta ben definita; dall’altro i cittadini potrebbero vedersi comminare delle multe anche in presenza dell’ormai noto metro di distanziamento. Per questo, ieri, è intervenuto il prefetto Maria Rosaria Maiorino. 
L’INTERPRETAZIONE
La Prefettura di Pordenone, in assenza di una circolare interpretativa, ha scelto una linea: la mascherina la si dovrà portare anche all’aperto (dalle 18 alle 6) solo dove sarà visibilmente impossibile mantenere il metro di distanza tra le persone. «Se al bar si è seduti al tavolino in tre e si rispettano le misure legate al distanziamento - ha precisato il prefetto fornendo un esempio non esaustivo - la mascherina non servirà». L’ordinanza, è vero, parla di ogni pertinenza legata ai locali pubblici, ma l’interpretazione scelta è quella del buon senso. Sarà posta la massima attenzione, invece, su quei luoghi della movida serale dove la struttura stessa dei locali e le dimensioni delle strade non permettono il distanziamento. Lì la mascherina servirà, e i controlli si concentreranno proprio in quelle zone, che nel capoluogo coincidono con alcuni bar dei due corsi ma soprattutto con le piccole vie di raccordo tra i corsi stessi e piazza XX Settembre. «Applichiamo l’ordinanza così com’è - ha precisato Maiorino - ma resta fondamentale il distanziamento: dove può essere garantito, l’ordinanza stessa prevede che si possa rimanere senza le protezioni di naso e bocca». Ma l’incertezza resta e c’è un altro esempio che fa capire quanto sia tangibile. In un corso Vittorio Emanuele affollato durante l’ora dello shopping, la mascherina servirà? In questo caso nemmeno la Prefettura è in grado di fornire una risposta chiara. Tecnicamente potrebbe essere considerato assembramento anche lo “struscio” lungo una singola strada, ma il concetto non è chiaro. «Per questo - ha concluso Maiorino - se c’è tanta gente io suggerirei di indossare comunque le protezioni». 
IL COMUNE
«Al momento è difficile muoversi, aspettiamo l’interpretazione autentica e univoca dell’ordinanza sulle mascherine». È questo il commento dell’assessore pordenonese alla Sicurezza, Emanuele Loperfido. Un chiarimento importante è quello legato agli eventi all’aperto organizzati dal Comune che si tengono proprio dalle 18. «Nelle aree comuni servirà la mascherina, mentre la si potrà togliere seduti al proprio posto, mantenendo le distanze». 
REGIONE
Anche il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga, si è lamentato per non aver ricevuto dal governo ulteriori delucidazioni sull’uso delle protezioni nella fascia oraria serale. La linea che prevale è quella del rispetto del metro di distanza, e nel caso non sia sufficiente, dell’uso della mascherina. Ma per emanare delle direttive locali si attendono sempre ulteriori chiarimenti. Che per ora sono in ritardo. 
Ultimo aggiornamento: 20:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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