Da Sacile alla Londra dei vip e delle sterline: il 36enne Marco adesso serve nel cuore della City

Martedì 26 Aprile 2022 di Denis De Mauro
Il barman Marco Grisafi all'opera
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SACILE - Abita la porta accanto a quella dell’appartamento in cui Hugh Grant e Julia Roberts si innamorano nella celebre commedia romantica del ‘99 “Notthing Hill”. «Ancora oggi la domenica è sempre pieno di gente che si mette davanti e si fotografa, e la libreria del protagonista è assolutamente identica a come compare nel film», racconta Marco Grisafi, 36 anni, sacilese trapiantato a Londra.

Un sogno che si è avverato, quello di Grisafi, che nella capitale inglese ci andava ogni anno in ferie, fino a quando, nel 2019, ha deciso di fare il grande salto. Alla ricerca di quella soddisfazione che lavorando in ufficio per una multinazionale americana, qui non aveva trovato. «Oltre a Londra, la mia passione è sempre stata socializzare, per questo ho deciso di mollare tutto e trasferirmi». 


IL PERCORSO


Inizialmente solo a Lignano, dopo aver dato anche un indirizzo nuovo al suo lavoro attraverso corsi di food, caffetteria, spiriti. Proprio ad una masterclass lignanese conobbe Toni Pescatori che già bazzicava Londra. Il dado era tratto: nel gennaio del 2019 approda alla corte di Flavio Briatore che nella capitale inglese ha aperto il Maya italian brasserie. «Ma lavorare all’estero per degli italiani è terribile, perchè ti accorgi che la mentalità è la stessa da cui fuggi». Così e nonostante una promozione, Marco passa all’Eve, l’esclusivo cocktail bar del ristorante Frog di Adam Handling, una stella Michelin a Covent Garden, nell’artistica zona di West End. All’Eve Marco comincia come bar tender e nel giro di un paio d’anni diventa bar manager, in pratica il responsabile del locale. «Se lavori, se hai voglia di fare, qui ti danno la possibilità di crescere, anche se parti dallo scalino più basso, anzi, iniziare dalla gavetta è garanzia che diventerai un buon manager». Locale piuttosto “in” quello dove il sacilese e la sua squadra partono dalla filosofia della cucina liquida, dello spreco zero e della sostenibilità per arrivare a creare esclusivi cocktail in cui trovano spazio ingredienti come la barbabietola o l’aglio nero. «Abbiamo un ottimo laboratorio, con parecchi macchinari che ci consentono invenzioni molto interessanti ed apprezzate». «Ad esempio usiamo la fizzq cocktail machine per carbonare il drink, renderlo frizzante come fosse champagne. Poi lo imbottigliamo pure». Del resto, all’Eve i cocktail viaggiano da 14 a 20 pound, più o meno da 16 a 25 euro. Ma quanto guadagna uno dei suoi bar tender? «Siamo tra le 1.800 e le 2 mila sterline al mese per 48 ore di lavoro settimanali». 


LA CAPITALE


A Marco piace il melting pot di Londra, la mescolanza di razze e culture senza evidente razzismo. «Frequento amici italiani, parecchi proprio del pordenonese. Il mio parrucchiere a Londra è di Brugnera, ma non mi mancano gli amici anche tra la gente di qui e di ogni nazionalità». «Mi sento a casa a Londra, non in Italia. Tra qualche anno conto di chiedere la cittadinanza». Manca un po’ Sacile? «Sacile è bellissima, fantastica, ma no, mi stava stretta. Come mentalità. La mia famiglia mi vede felice, poi ogni tanto vengono loro qui, li aspetto a giugno e non vedo l’ora». L’ultimo pensiero è un consiglio ai genitori: se volete aiutare i vostri figli, mandateli qui. Faranno un’esperienza formativa, importante, soprattutto si aprirà loro la mente».

Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 09:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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