Addio all'ex sindacalista Marcello Nardin, era positivo al Covid. In provincia altri sei morti, ecco chi erano

Giovedì 14 Gennaio 2021 di Redazione
Marcello Nardin, morto a 96 anni
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PORDENONE - Ventidue le vittime in regione, a cui si devono aggiungere nove decessi pregressi, verificatisi tra il 9 e il 31 dicembre.

In provincia sette morti, a cui si aggiunge il decesso a dicembre di una 71enne di Valvasone Arzene. In casa di riposo a Spilimbergo addio a Franca Durat di 83 anni e a Domenico Giacomini, classe 1922, mentre al Policlinico è morto l’89enne spilimberghese Vittorio Lenarduzzi. Nell’Asp di Cavasso non ce l’ha fatta un uomo di 98 anni. Addio anche a una 89enne di Spilimbergo morta in ospedale.

LUTTO A PORCIA

In sella alla sua bicicletta aveva affrontato, a 90 anni passati, una salita come quella del Piancavallo. Una delle tante della sua vita. Merito anche, sosteneva, della sua filosofia di vita e della sua dieta. Non ce l’ha fatta, a quasi 97 anni, a vincere il Covid-19. Se n’è andato così, all’ospedale di Latisana, Marcello Nardin, classe 1924, ospite da un po’ di tempo nella casa di riposo di Rivignano. Novantasei anni, appunto, e mille vite. Quella da lavoratore e sindacalista all’Electrolux di Porcia; quella sulle due ruote, sulle quali ha percorso migliaia di chilometri; perfino quella da pubblico amministratore, o aspirante tale: nel 2006, infatti, a 92 anni, Nardin era stato il candidato più anziano in corsa per un posto di consigliere comunale nella lista “Insieme per Pordenone”, a sostegno di Andrea Cancian. Il suo obiettivo, “aiutare la gente a stare meglio”.
Originario di San Donà di Piave, dove era nato il 21 maggio del 1924, da oltre cinquant’anni abitava a Rorai Piccolo, dove era arrivato con la moglie Maria, dalla quale ha avuto tre figli. Gli anni di lavoro nello stabilimento dell’allora Zanussi lo avevano visto impegnato in accese battaglie sindacali per i diritti dei lavoratori, poi erano venute quelle ambientaliste. Ma era stato anche socio fondatore della cooperativa Le risorgive e, insieme a Vanni Tissino, dell’associazione A ruotalibera. Nel 2014 aveva festeggiato il 90° compleanno salendo in bicicletta fino a Piancavallo, ma era stata solamente una delle sue tante imprese. «Un carattere forte, una figura poliedrica – sottolinea Vanni Tissino, che ricorda come il loro primo incontro sia legato a un’altra passione comune, quella per gli scacchi -, che non ha mai smesso di ideare proposte e iniziative. Fra le ultime, quella di una coltivazione di banane in Puglia». Dietro tutto, una filosofia di vita che considerava anche il segreto della sua longevità: una dieta sempre uguale a se stessa («come quella degli animali» – spiegava), senza cottura e, di fatto, vegana. Aveva iniziato una trentina d’anni prima, dopo una serie di problemi di salute, quando raccontava di aver capito che «noi siamo esattamente ciò che mangiamo e che voler mangiare cose sempre diverse è un disastro per la nostra salute». Ma anche una vita senza telefono fisso e senza cellulare («non mi va – diceva – di avere contatti con la gente attraverso una scatoletta»). E, naturalmente, la bicicletta, per liberare le città dall’inquinamento, ma anche per facilitare gli incontri fra le persone.

Ultimo aggiornamento: 07:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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