SAN VITO - La nuova collocazione dell'unità mobile per effettuare lo screening al seno solleva i malumori.
UN DISAGIO NOTO
Il sindaco Alberto Bernava ha ammesso l'esistenza del disagio, promettendo l'impegno affinché in futuro venga individuata una struttura più idonea. «Lunedì mattina - fa presente una donna, che della questione ha interessato il consigliere d'opposizione Valerio Delle Fratte - mi sono recata in stazione per sottopormi allo screening. Il servizio, da quanto mi risulta, non ha mai avuto a San Vito un'area stabile; tuttavia era sempre garantito un luogo dove attendere il proprio turno al coperto. Con mia sorpresa il camper era parcheggiato a fianco della stazione. Sei donne erano in fila e si lamentavano del fatto di dover stare in piedi al freddo. Nel gruppo c'era anche una signora con le stampelle».
I PICCIONI
Oltre a ciò, ha aggiunto la donna «la stazione è ormai colonizzata dai piccioni che, appollaiati alle grondaie e a una piccola sporgenza, si trovano proprio sopra la testa di chi aspetta, che si sente davvero minacciato». L'ingresso dei locali poi «è tutto scrostato, per non parlare del resto: sembra di essere in qualche periferia malfamata. E lì vicino ci sono anche i bagni della stazione». Una situazione, secondo il racconto di quella donna, che dovrebbe far riflettere sulla necessità di trovare una sede, ma soprattutto un'area più idonea a quel tipo di servizio di prevenzione.
SOLUZIONE IN ARRIVO
La pensa così anche il sindaco Alberto Bernava, che puntualizza: «La scelta della stazione ferroviaria è un'eredità della precedente amministrazione comunale. Sarebbe dovuta essere una collocazione provvisoria, invece le cose stanno andando avanti per le lunghe. Due settimane fa, proprio durante un incontro con Rosario Sito, direttore del Distretto sanitario di San Vito, ho rappresentato alcune problematiche e, in particolare, quella della sede dello screening mammario. Era al corrente dei disagi e ha convenuto con me sulla necessità di individuare un'altra ubicazione. L'attuale è inadeguata - aggiunge il primo cittadino e, tra l'altro, compromette l'operatività dei Volontari per la sicurezza. Ormai, dal momento che gli inviti per il primo semestre sono stati recapitati alle donne tra i 50 e 69 anni (si può arrivare ai 74 anni in Friuli), una soluzione potrà essere individuata a partire a luglio».