Macellaio arrestato per tentato omicidio: «La vera vittima sono io»

Sabato 24 Novembre 2018 di Giuliano Pavan
Macellaio arrestato per tentato omicidio: «La vera vittima sono io»
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PORDENONE - «La vera vittima sono io. Sono stato aggredito senza motivo e mi sono soltanto difeso». Non si capacita Pavel Hossani, il macellaio bengalese di 37 anni arrestato dalla Polizia per tentato omicidio, di ritrovarsi dietro le sbarre. Tramite il suo legale, l'avvocato Gianluca Liut, il titolare dell'esercizio commerciale ha raccontato la propria versione dei fatti, che non collima con quella degli inquirenti. «Il mio assistito - ha affermato l'avvocato Liut, subito dopo il colloquio avuto con Hossani nel carcere di Pordenone - innanzitutto esclude di  aver utilizzato un'arma. É provato, e ribadisce di essere lui la vera vittima. Abbiamo parlato per cercare di chiarire quanto accaduto giovedì sera all'interno e all'esterno del suo negozio, e Pavel ha continuato a dire di essere stato aggredito e di essersi soltanto difeso. Un'aggressione - conclude il legale - avvenuta tra l'altro senza una particolare motivazione».

LE INDAGINI
La macelleria nel frattempo è stata posta sotto sequestro, così come il coltello che secondo gli inquirenti sarebbe stato utilizzato da Hossani (circostanza che il diretto interessato esclude con forza, ndr) per colpire il 25enne pakistano, un richiedente asilo titolare di un permesso di protezione internazionale e cliente della macelleria islamica da circa tre mesi. Gli agenti della Questura di Pordenone, intervenuti con due volanti giovedì sera in piazza Risorgimento assieme a una gazzella dei carabinieri, hanno ascoltato alcuni testimoni che al contrario affermano di aver visto il titolare della macelleria brandire un grosso coltello con il manico bianco. Dichiarazioni che dovranno essere valutate dagli investigatori e trovare riscontro. Fondamentale sarà quindi la testimonianza del richiedente asilo, tenuto in osservazione all'ospedale di Pordenone per le due ferite da taglio alla testa riportate durante la colluttazione. La prognosi è già stata sciolta: ne avrà per venti giorni. Quindici invece i giorni di prognosi per Pavel Hossani, principalmente per uno o più colpi al naso rimediati nella zuffa, che lui sostiene essere stata una vera e propria aggressione.

LE ACCUSE
Di certo c'è che l'ipotesi di reato contestata al macellaio bengalese è pesante: tentato omicidio. L'arresto è stato formalizzato nella notte tra giovedì e ieri, e l'interrogatorio di convalida di fronte al gip, non ancora fissato, si terrà lunedì o al massimo martedì. In quell'occasione il 37enne potrà, sempre che non decida di avvalersi della facoltà di non rispondere, mettere nero su bianco la propria verità. Se le sue dichiarazioni dovessero trovare riscontro nei fatti, la sua posizione potrebbe addirittura ribaltarsi facendolo diventare vittima e non carnefice. L'avvocato Liut è convinto che la ricostruzione fatta finora non corrisponda al vero, ed è motivato a dimostrarlo.

I FATTI
Che si tratti di accoltellamento, litigio degenerato o aggressione lo dovrà stabilire la Procura. Erano le 20.40 di giovedì quando, all'esterno e all'interno della macelleria, Hossani e il 25enne pakistano sono venuti alle mani. Una zuffa a cui hanno assistito decine di persone, tanto che le forze dell'ordine hanno faticato a tener lontano i curiosi. Ad avere la peggio è stato il migrante, trovato dai sanitari con il volto ricoperto di sangue: due le ferite alla testa medicate in pronto soccorso giudicate guaribili in tre settimane.

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Ultimo aggiornamento: 12:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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