Pordenone piange il "suo" Sepùlveda, lo scrittore aveva ricevuto i sigilli della città

Venerdì 17 Aprile 2020 di Valentina Silvestrini
Luis Sepùlveda
PORDENONE - Un po' pordenonese Lucho lo era diventato, e non solo perché dalla città sul Noncello aveva ricevuto il sigillo, ma soprattutto per l'affetto che aveva incontrato e soprattutto che aveva dimostrato.
L'ADDIO
A settantanni, Luis Sepùlveda è morto a causa di Covid-19, nell'ospedale di Oviedo in Spagna dove era ricoverato dal primo marzo, al rientro dal festival letterario portoghese Correntes D'Escritas di Povoa de Varzim. Dopo il ricovero, la notizia della positività al nuovo coronavirus, così come per la moglie la poetessa Carmen Yanez Hidalgo. Per Lucho però il quadro clinico si è aggravato; qualche settimana dopo la notizia di un miglioramento, poi il peggioramento e ieri la notizia della morte di Lucho, che a ottobre avrebbe compiuto 71 anni. Milioni di lettori Nel mondo hanno pianto l'autore di romanzi come Il vecchio che leggeva romanzi d'amore e Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.
A PORDENONE
Sepùlveda era diventato di casa a Pordenone fin dal 2015, anno in cui l'associazione Thesis lo invitò come protagonista del festival letterario Dedica. «Scrittore di vena generosa e singolare versatilità lo ricorda Annamaria Manfredelli, allora direttrice artistica del festival -. Si è sempre ispirato a un ideale di letteratura come missione in difesa dei deboli, dei dimenticati, della terra ferita. Ha raccontato il gusto dell'avventura, il fascino della natura e lo sdegno per lo scempio che se ne fa in nome del profitto, il valore dI amicizia e lealtà, la condivisione dei piaceri semplici della vita, il sogno dell'uguaglianza, al di là di ogni differenza. Personaggio atipico rispetto all'immagine canonica del letterato, Sepùlveda è stato anche un uomo d'azione dalla vita avventurosa: ha partecipato sin da giovanissimo ai movimenti di liberazione dell'America Latina pagando duramente per questo suo impegno, ha molto viaggiato per necessità e per vocazione, è stato un convinto militante ecologista. Tuttavia non ha mai ceduto alla tentazione di fare di sé stesso una sorta di monumento o di santino. Tra i momenti più intensi del festival a lui dedicato restano nella memoria il suo discorso per il conferimento del sigillo della città e l'evento Poesie senza patria». Il saluto a questo pordenonese acquisito lo porta Alessandro Ciriani, sindaco di Pordenone, «era un gigante della letteratura, sembrava così inarrivabile ma qui ha dimostrato enorme umanità. Ci inorgoglisce sapere che ha trovato una nuova città». Ai lettori aveva regalato grande affetto, ma lo aveva anche ricevuto, specie durante la parentesi pordenonese quando fu ricoverato alcuni giorni in ospedale: «Mi hanno trattato in maniera meravigliosa» aveva ringraziato pubblicamente medici e infermieri.
In Friuli era stato la prima volta nel 2009 a Percoto dove aveva ricevuto il premio Nonino, per tornarvi nel 2015 per Dedica, nel 2016 su invito di Pordenonelegge e Comune di Lignano tra i protagonisti del Premio Hemingway («una persona di grande gentilezza e disponibilità»,lo ricorda il sindaco di Lignano Luca Fanotto), e l'anno successivo a settembre ospite tra i più amati e attesi del festival Pordenonelegge.
Valentina Silvestrini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 15:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci