Luigi Del Bianco, lo scalpellino friulano dei presidenti degli Stati Uniti d'America

Mercoledì 10 Maggio 2023 di Alessandro Marzo Magno
I presidenti degli Stati Uniti d'America scolpiti sul Monte Rushmore

PORDENONE - C’è un friulano dietro alla realizzazione delle teste dei presidenti degli Stati Uniti d’America, scolpite nel monte Rushmore, nel Sud Dakota. Luigi Del Bianco, così si chiamava, originario di Meduno (Pn), dal 1935, per un paio d’anni, diventa capo dei quattrocento scalpellini che stavano lavorando per modellare la montagna con i volti alti diciotto metri di George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt, e Abraham Lincoln. Il ruolo del pordenonese, morto nel 1969 di silicosi, è stato a lungo misconosciuto, ed è cominciato a riemergere negli anni ottanta grazie al figlio Cesare che si è messo a ricercare documenti sul padre, e soprattutto con il nipote Lou. Questi sul nonno ha scritto pure un libro, tradotto anche in italiano con un’edizione statunitense ora esaurita: “Fuori dall’ombre del Rushmore: la storia di Luigi Del Bianco. La riscoperta di uno scultore friulano sulla Montagna dei Presidenti” (2018). 
Luigi Del Bianco era nato nel maggio 1892 a bordo del transatlantico che stava riportando i genitori in Europa, infatti la sua nascita è registrata nel porto francese di Le Havre.

Luigi passa la prima infanzia a Meduno e quindi va a imparare il mestiere dello scalpellino a Venezia e a Vienna. A undici anni trova il suo primo impiego nell’allora capitale asburgica. Dopodiché quattordicenne, nel 1906, emigra negli Stati Uniti a bordo del transatlantico francese “La Bretagne” e lavora a Barre, nello stato del Vermont, dove esisteva un’enorme cava di granito che dava lavoro a numerosi scalpellini italiani, provenienti soprattutto da Sant’Ambrogio Valpolicella (Vr), Viggiù (Va) e Carrara. Passano pochi anni e scoppia la prima guerra mondiale, Luigi torna in Italia per servire la patria. Si arruola, va al fronte, ma se la cava e così nel 1920, a bordo del transatlantico “Dante Alighieri” attraversa ancora una volta l’oceano.

DESTINO A STELLE E STRISCE
Arrivato negli Stati Uniti va a vivere a Port Chester, nello stato di New York, dove un amico lo presenta sia alla futura moglie, Nicoletta Cardarelli, napoletana, sia al futuro datore di lavoro, uno scultore di origine danese, Gutzon Borglum, indubbiamente abile nel lavorare la pietra, ma assai controverso dal punto di vista politico. Antisemita e xenofobo, era addirittura sospettato di aver fatto parte del Ku Klux Klan; di certo esiste una lettera indirizzata dal presidente dell’associazione razzista «al mio amico Borglum». Questi, comunque, chiama Del Bianco a lavorare nel suo studio di North Stamford, nel Connecticut, e poi anche nel Confederate Memorial Carving, il più grande bassorilievo del mondo che ritrae tre leader sudisti, e che si trova in Georgia, su una parete della Stone Mountain. Nel 1927 cominciano i lavori per realizzare quello che diventerà il Mount Rushmore National Memorial – questo il suo nome ufficiale – sotto la guida di Borglum che chiama a lavorare nell’impresa il bravo scalpellino friulano. Ne ha grande stima, visto che di lui dice: «Svolge il lavoro di tre persone» e ancora: «È l’unico scalpellino tanto intelligente ed efficiente da capire il lavoro dello scultore». Del Bianco comincia a lavorare 1933 poco dopo che se n’era andato Hugo Villa, il precedente capo scalpellino. Dopo qualche tempo, tuttavia, si licenzia perché terminano i finanziamenti, torna nel 1935 e 1936, quando, come detto viene messo a capo di tutti gli scalpellini, e poi ancora nel 1940. I suoi interventi principali consistono nell’aggiustare una profonda crepa che si era aperta in un labbro di Jefferson e nel realizzare gli occhi di Lincoln e renderli visibili da grandi distanze. Per evidenziare le pupille erano stati intagliati alcuni pezzi di granito a forma di cuneo, poi inseriti nelle cavità inferiori degli occhi, in modo che riflettessero la luce del sole, facendoli brillare. Del Bianco ha anche ripreso le finiture del volto di George Washington per dargli maggiore espressività.

LA NOMINA
Con l’arrivo del friulano, Borglum riorganizza il cantiere, ingiungendo al soprintendente di affiggere un cartello in sala mensa che diceva più o meno così. «Tutti i trapanatori di ogni genere, gli sgrossatori, i finitori e gli scultori dei lineamenti, lavoreranno sotto la supervisione del capo-scultore e seguiranno le sue istruzioni. Il capo-scultore sarà responsabile dei modi e dei metodi della ripulitura e della finitura della scultura. Ho nominato Luigi del Bianco per questo importante incarico». L’opera viene inaugurata ufficialmente il 31 ottobre 1941, poche settimane prima dell’attacco giapponese a Pearl Harbor, il 7 dicembre, e la conseguente entrata degli Stati Uniti d’America nella seconda guerra mondiale. Gli anni passano e il lavoro di Luigi Del Bianco procede senza più occuparsi di sculture monumentali come quelle del monte Rushmore. Nel 1966, quando ha ormai settantaquattro anni, viene intervistato dal quotidiano newyorkese “Herald Statesman” (non più esistente). «Potevo vedere ciò che stavo facendo», dichiara, «solo dal punto dove mi trovavo, ma l’occhio di Lincoln si doveva scorgere correttamente da molti chilometri di distanza. Conosco ogni linea e cresta, ogni piccolo segno e tutti i dettagli della sua testa». 

SILICOSI FATALE
Tre anni dopo, nel 1969, Luigi Del Bianco muore. Ha settantasette anni e lo uccide la silicosi, la malattia professionale di chi lavora la pietra: i polmoni si sono foderati con la polvere respirata per anni e quel che in realtà sorprende i medici è che lo scalpellino friulano sia sopravvissuto tanto a lungo con i polmoni irrigiditi dalla malattia.
Il nome e il ruolo di Luigi Del Bianco sono a questo punto noti soltanto ai suoi familiari. Cesare, il quarto dei suoi cinque figli, si mette a ricercare documenti che attestino il ruolo del padre negli anni in cui ha lavorato sul monte Rushmore. Ritrova un piccolo indizio in un libro pubblicato nel 1952 (e poi ristampato) che definisce il friulano «uno degli uomini più competenti che abbiano mai lavorato alla montagna». Negli archivi Cesare rinviene documenti, fotografie, lettere e interviste. Il ruolo di Luigi Del Bianco diventa così più chiaro e finalmente, il 3 luglio 1991, nel cinquantesimo anniversario dell’inaugurazione, le poste statunitensi emettono un annullo speciale in cui compaiono nome e volto dello scalpellino di Meduno. Il nipote Luigi, detto Lou, continua l’opera di ricerca. Di professione è attore e musicista; come detto, ha scritto un libro sul nonno e gestisce il sito internet www.luigimountrushmore.com. Il sito è in inglese, ma vi sono pubblicate numerose fotografie che ritraggono nonno Luigi e la montagna dove ha lavorato con tanta perizia.

 

Ultimo aggiornamento: 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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