Effetto lockdown fatale, crolla l'export regionale (-26.7%): un settore chiave travolto dal virus

Venerdì 11 Settembre 2020 di Davide Lisetto
Una nave portacontainer nel porto di Trieste
TRIESTE - Tonfo dell’export regionale nel secondo trimestre di quest’anno. Nel periodo aprile-maggio-giugno le vendite estere delle imprese del Friuli Venezia Giulia, come era prevedibile, hanno fatto registrare una forte diminuzione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-26,7%), dopo la lieve flessione del primi tre mesi (-1,3%). Nella prima parte dell’anno l’export regionale ha visto andare in fumo un miliardo di euro, Pordenone perde circa 425 milioni.
Il sistema produttivo della provincia di Pordenone paga lo scotto più pesante in regione con una contrazione nelle esportazioni che è quasi del -21%. Evidentemente a pesare nel risultato del secondo trimestre, per quanto riguarda il Friuli occidentale, è il fatto che nel mese di aprile c’è stato un blocco della produzione che ha coinvolto anche grandi imprese con le relative filiere, sia nella metalmeccanica che nel legno-arredo. Quanto agli altri due mesi del trimestre, maggio e giugno, evidentemente non avevano ancora registrato la ripresa che era in atto ma che ha avuto conseguenze tangibili in particolare nel pieno dell’estate, luglio e agosto. Va però anche sottolineato come la ripresa degli ordini - in particolare nella filiera del mobile e della casa - è stata caratterizzata da un maggiore dinamismo del mercato interno piuttosto che da un chiaro rialzo della domanda estera.
I NUMERI
Nel complesso il risultato della prima parte del 2020 è pari a una contrazione di circa un miliardo di euro su base annua, che equivale a -14,1%. La sintesi è contenuta in una rielaborazione del ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo su dati Istat. Il risultato della nostra regione è in linea con quello del Nordest (-14,3%) e con quello nazionale (-15,3%); solo il Molise (+30,2%) e la Liguria (+3,7%), nel confronto con il primo semestre 2019, hanno evidenziato una variazione positiva. La dinamica dell’export nel secondo trimestre 2020 è stata infatti pesantemente condizionata dagli effetti economici che l’emergenza Covid-19 ha avuto nel mese di aprile, nonostante la diffusa ripresa dei due mesi successivi. Tornando al contesto regionale, sempre nel primo semestre di quest’anno si riscontra una notevole diminuzione anche delle importazioni regionali (-21,9%), tanto che l’avanzo commerciale è rimasto quasi invariato (pari a circa 3 miliardi di euro). Solo in provincia di Trieste si registra un incremento. Scendendo nel dettaglio dei settori si può osservare che i principali comparti di specializzazione dell’economia regionale registrano dei pesanti passivi: in particolare la siderurgia (-19,2%), la meccanica strumentale (-27,7%) e la produzione di mobili (-24,3%). Tra i pochi comparti in controtendenza si possono menzionare la produzione di computer, apparecchi elettronici e ottici (+29,1%, ma nello specifico le apparecchiature per le telecomunicazioni fanno segnare un aumento del +51,9%) e la cantieristica navale (+37,8%). A livello territoriale solo la provincia di Trieste presenta una variazione positiva (+3,9%, grazie all’andamento delle vendite di navi e imbarcazioni e di apparecchiature per le telecomunicazioni), mentre nel resto della regione si osservano risultati decisamente negativi: Pordenone -20,9%, Udine -18,6% e Gorizia -13,8%.
CALANO MERCATI STORICI
In merito alle destinazioni geografiche dell’export delle imprese regionali si osservano infine delle diminuzioni in corrispondenza dei principali partner commerciali; in particolare verso la Germania (-22,5%), la Francia (-23,8%), l’Austria (-12,3%), il Regno Unito (-30%). Si registrano al contrario dei valori positivi per quanto riguarda gli Stati Uniti (+7,9%, un andamento condizionato dal settore della cantieristica navale) e i Paesi Bassi (+38,7%, grazie all’andamento del comparto delle apparecchiature per le telecomunicazioni). “Le statistiche territoriali sull’export avverte Ires - sono state prodotte nel contesto dell’emergenza Covid-19. Mentre la rilevazione sugli scambi extra Ue non ha registrato criticità, quella relativa al commercio nell’ambito dell’Unione europea ha visto un calo delle dichiarazioni degli operatori economici pervenute nei mesi di febbraio, marzo e aprile. Le azioni messe in atto dall’Istat hanno comunque permesso di elaborare e diffondere i dati territoriali del primo semestre 2020, che potranno pertanto essere oggetto di successiva revisione”.
Ultimo aggiornamento: 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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