Da 30 anni senza lo Stato di Naon: tra la mucca gigante e il menù strampalato, la storia del locale che raccontava il futuro

Lunedì 13 Febbraio 2023 di Denis De Mauro
Da 30 anni senza lo Stato di Naon: tra la mucca gigante e il menù strampalato, la storia del locale che raccontava il futuro

PORDENONE - Sono già trascorsi 30 anni. Nel 1993 si concludeva infatti la giocosa avventura che quasi 8 anni prima, nel 1986, aveva portato due giovani ricchi di fantasia e humor ad inventarsi "Lo Stato di Naon". Si trovava in Comina, sullo stradone che conduce a Roveredo, non molto distante da quello che era il villaggio del fanciullo. Fu un locale e un modo di vivere, un posto dove ridere e dimenticarsi i problemi quotidiani. Soprattutto, incarnò la sana follia di Mario Brunetta e Piero Garbossa, di origini cordenonesi il primo, trevigiano di Castello di Godego il secondo.

Ora, dove possono incontrarsi casualmente due ragazzi che abitano a una settantina di km di distanza l'uno dall'altro? In mezzo alla foresta venezuelana, ovviamente. «Ero andato in vacanza nel paese sudamericano ed era finita che c'ero rimasto 5 anni. Dopo avermi visto pattinare sulle rotelle mi avevano chiesto di insegnare anche a loro, perché lì non c'era questa pratica sportiva». Mario invece era stato campione italiano di pattinaggio artistico nel 1969. «Lavoravo dalle 5 alle 8 di sera e guadagnavo pure bene. Poi, durante un'escursione in Jeep dentro la foresta, l'unico altro mezzo che incrociamo è quello su cui viaggiava Piero»; è l'inizio di un'amicizia che dura ancora oggi. «Quando siamo rientrati in Italia giravamo i locali ma non ne trovavamo mai uno che ci piacesse davvero, così una sera abbiamo deciso di farcelo da noi». Letteralmente.


L'ARREDAMENTO
Per allestire il capannone con annessa casa («Ci abitava Piero») destinato a diventare il punto di ritrovo di tanti giovani pordenonesi, i due lavorano e creano per un anno intero. «Non lo sapevamo, ma eravamo anticipatori del riciclo». In effetti ricavano tutto ciò che serve loro da cose vecchie rimesse a nuovo. Tanti tavolini sono grandi fusti cilindrici, barili industriali insomma. Alcune seggiole vengono ricavate da pistoni e bielle di camion Scania, mentre un Magirus Deutz fornisce quanto serve, riveduto e corretto, per creare originali spine da birra. «Ovviamente la nostra era una necessità: non avevamo soldi». L'idea di partenza è allestire un palco, «alla fine diventò una cosa di 30 mq», e costruirci il locale intorno «cioè il contrario di quello che facevano gli altri».


LA MUCCA
I pordenonesi cominciano a porsi delle domande quando a lato della strada compare una gigantesca mucca in cartapesta alta intorno ai 3 metri e lunga sei. «L'avevamo vista a Vedelago, la portavano in giro per le fiere, la prendemmo in affitto». La curiosità si moltiplica quando manifesti sparsi per la città indicano che "tre quarti del pavimento è completato", «Ormai mancava poco all'apertura, dovevamo farlo sapere e siccome stavamo dipingendo il pavimento stellato...». Compariranno poi altre scritte, anche meno criptiche: "Stato di Naon invita tutti i bambini a fidarsi dei propri genitori" ad esempio, ma la "conferenza stampa" di presentazione del locale avverrà di fronte allo stesso, al di là della strada «dove c'era la Sutes che aveva una vasta area piena di container, era un'azienda di trasporti. Allestimmo lì le casupole dei naoniani e il presidente intrattenne i giornalisti con l'epica storia dello Stato di Naon». Il presidente era un amico mestrino, Aldo Stevanato, e la recita fu un successo.


PIONIERI
Lo fu ovviamente anche il locale dove concerti jazz o rock si alternavano a serate demenziali e concorsi improbabili, come "La cartolina più brutta", serata presentata «da Natalino Balasso che a quel tempo non conosceva nessuno». In omaggio all'esperienza venezuelana, Mario e Piero furono allo Stato di Naon Paco e Pedro. La loro goliardia ricorda forse The Blues Brother, anche se Mario ha sempre avuto, oltre al nome, anche un po' la faccia da Mario Marenco, umorista demenziale e insieme architetto della corte di Renzo Arbore. Quando avete chiuso il locale andava ancora benissimo, "«sì, ma noi praticamente vivevamo lì e dopo 8 anni era abbastanza. Abbiamo preferito smettere finchè eravamo all'apice».


I VIAGGI
Dopo Lo Stato di Naon Mario-Paco girò il mondo per un anno: il Nepal, la Thailandia, perfino l'Europa in bicicletta. Oggi che convive da una quindicina d'anni a Sacile, lavora per la Videe. Non ha smesso di girare: si occupa di regie televisive e audio di programmi televisivi importanti. È stato ai mondiali di calcio in Sudafrica, alla Formula 1, all'isola dei famosi. Hai 65 anni, progetti per la pensione? «Voglio imparare a suonare la chitarra elettrica, riprendere la bicicletta e anche preparare un video di 15 minuti che riassuma tutta la mia vita, da regalare agli amici. Mi immagino qualcosa tipo una chiavetta Usb che inserisci nella lapide quando mi vieni a trovare al cimitero». Nulla da dire, ai naoniani veri l'età non intacca lo spirito.

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 01:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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