Livio Corazza, il vescovo che faceva il cameriere

Sabato 17 Marzo 2018 di Pier Paolo Simonato
Livio Corazza
CONCORDIA - Il bomber diventa presule. Rito solenne, questa mattina alle 10.30 in cattedrale, per un sacerdote che dopo un'attesa di 30 anni restuisce alla Diocesi la soddisfazione di vedere un proprio figlio salire fino al soglio vescovile. L'ultimo era stato il fossaltese Pietro Nonis a Vicenza. Si era ancora nell'altro secolo (1988), in un mondo molto diverso da questo, prima di Tangentopoli, Internet e la Seconda Repubblica. Così sia. L'ex direttore della Caritas, parroco di Concordia Sagittaria dall'estate del 2011, manterrà anche il suo ruolo in Santo Stefano fino al 15 aprile. Tanto che domani (10.30) avrà modo di celebrare la sua prima messa a Concordia Sagittaria nella nuova, duplice veste. Per oggi è attesa una folla festante, compresa una delegazione di 103 romagnoli in arrivo da Forlì-Bertinoro, ovvero dalla Chiesa che guiderà.

Il monsignore, originario del Borgo Corazza di Villanova di Pordenone, ha 64 anni. È nato il 26 novembre del 1953 a Pordenone, in una famiglia di mezzadri, ultimo di 7 fratelli. Un altro di loro è un prete: Gianfranco, classe 43. Livio fu battezzato il 6 dicembre del 1953 da monsignor Luigi Peressutti in Duomo a Pordenone, ordinato diacono il primo maggio del 1981 a Maniago e sacerdote il 21 giugno dell'82, nel santuario cittadino della Madonna delle Grazie. La scintilla per lui era scoccata probabilmente nel 65, durante un'attività missionaria curata dai francescani, spingendolo a scrivere una lettera a don Basilio Danelon, successivamente vicario di Ovidio Poletto. Da grande vorrei fare il sacerdote - si leggeva nel testo vergato dal dodicenne - ma ti prego di non dirlo a nessuno, perché non ne sono ancora del tutto sicuro...
 
 
Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 12:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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