Riaprono le fabbriche, ma c'è l'incubo dei costi delle materie prime: si rischia la cassa integrazione

Mercoledì 1 Settembre 2021 di Davide Lisetto
Un operaio al lavoro in fabbrica

PORDENONE - Con questa settimana riapre il sistema produttivo manifatturiero.

Già la scorsa settimana una parte del comparto della metalmeccanica era ripartito, in particolare con le aziende più grandi. Da lunedì scorso anche le fabbriche del comparto del legno-arredo hanno riacceso le macchine dopo la pausa estiva. Sotto l’aspetto produttivo la situazione - dai primi confronti tra imprese e organizzazioni sindacali - non è molto diversa da quella che le imprese avevano lasciato alla fine di luglio o all’inizio di agosto.


IL NODO MATERIALI


La ripartenza è contrassegnata da una grande incognita: la carenza delle materie prime e i prezzi ancora alle stelle dei materiali quando si riescono a trovare. Un nodo che sta colpendo trasversalmente tutti i comparti produttivi. Con particolari difficoltà per quelle produzioni che utilizzano molto acciaio e lamiera e per tutte le filiere che necessitano di componenti elettroniche. Sono queste ultime a creare le maggiori preoccupazioni da parte delle aziende. «Non ci sono ancora - sottolinea il segretario provinciale della Fim Cisl, Gianni Piccinin - richieste di cassa integrazione a causa di questo, ma non escludiamo che con l’autunno riprendano le domande di cassa per rallentamenti produttivi». Dal problema non è escluso, come era già avvenuto anche nella prima parte dell’anno, il comparto delle costruzioni. Anche l’edilizia sta soffrendo.


LEGNO ARREDO


Il trend positivo continua per il settore del legno-arredo che, rispetto all’export, aveva chiuso la prima parte dell’anno con quasi il 20% in più rispetto allo stesso periodo del 2020, e con un incremento superiore all’8% rispetto al primo trimestre 2019, e quindi era pre-Covid. Ma anche all’interno dello stesso comparto mobiliero vi sono delle differenze. Nel mondo “legno-mobile-arredo” ci sono segmenti produttivi che si rivolgono a settori ben precisi che restano in sofferenza. Uno di questi è il contract. Le aziende avevano segnalato le prime manifestazioni di interesse proprio per questo settore alla vigilia delle ferie. Ora sarà da capire se ci sarà una conferma di ordini anche nel sistema arredo che si rivolge ad alberghi, ristoranti, resort, congressi ed eventi. Un settore fra i primi bloccato dall’epidemia Covid e che solo ora, e non solo in Italia, sta rivedendo la luce. Meno preoccupazioni per il residenziale che ha risentito in positivo degli effetti prodotti dalla pandemia, con un rinnovato interesse dei consumatori per la casa, e che continua a correre. Le sfide dell’autunno sono due: materie prime e riposizionamento rispetto all’internazionalizzazione.


L’ESTERO


Il Covid ha cambiato alcune dinamiche, da qui la necessità di spingere sull’internazionalizzazione. Il nodo materie prime e componenti resta poi cruciale partendo dal legno per arrivare ai pannelli, non dimenticando i componenti in metallo: continua ad essere marcata l’indisponibilità, con ricerche continue di materiali a prezzi sempre più elevati che in un momento ripartenza non possono essere rovesciati sul prezzo finale del prodotto al mercato. E poi la logistica con container, anche in questo caso, sempre più onerosi e noli con prezzi alle stelle con incrementi anche di nove volte i costi pre-pandemia.

Ultimo aggiornamento: 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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