Uffici a corto di personale. I Comuni ormai si rubano impiegati, tecnici e ragionieri

Lunedì 2 Maggio 2022 di D.L.
Uffici a corto di personale. I Comuni ormai si rubano impiegati, tecnici e ragionieri
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Se nell'industria le imprese faticano a trovare operai nei Comuni è diventato difficili trovare impiegati amministrativi e personale tecnico. Sembrano infatti ormai andati in archivio gli anni in cui i giovani - anche diplomati o laureti - cercavano di entrare nella pubblica amministrazioni con qualche ambizione di carriere.

Ma soprattutto per garantirsi il posto sicuro a vita. Il mondo è cambiato e sta cambiando sempre più velocemente anche negli enti pubblici, in particolare in quelli locali. Con i Comuni che fanno a gara per contendersi quelle figure professionali di cui la macchina amministrativa non può fare a meno. A mancare sono soprattutto tecnici (in particolare per gli uffici tecnici delle amministrazioni) e personale di ragioneria. «La situazione sta diventando piuttosto pesante - spiega Markus Maurmair, sindaco di Valvasone Arzene e componente del direttivo dell'Anci Friuli Venezia Giulia - tanto che solo tre giorni fa abbiamo avuto un incontro con l'assessore regionale agli Enti locali Pierpaolo Roberti. Il problema che riguarda sia i Comuni piccoli che quelli più grandi e strutturati - è l'analisi del sindaco - non nasce in questi ultimi anni. Bisogna tornare al 2010, 2011 quando cominciarono i blocchi alla spesa e i tagli nelle assunzioni. Quello che noi viviamo oggi è anche l'effetto di quelle politiche. Inoltre, e questo è un mero dato anagrafico, dobbiamo fare i conti con meno giovani che si affacciano al mercato del lavoro, sia privato che pubblico. Negli enti locali anche della nostra regione - sottolinea il rappresentane dell'Associazione dei sindaci Fvg - stiamo facendo i conti con un vero e proprio vuoto generazionale che si è creato negli ultimi dieci, quindici anni». È quasi come se mancasse una intera generazione. Ma sta anche emergendo un fenomeno che, fino a qualche anno fa, era del tutto sconosciuto. «Ci sono persone - fa qualche esempio Maurmair - che dopo aver lavorato 20 o 25 anni nella pubblica amministrazione, anche in ruoli di una certa importanza, decidono di lasciare per il mondo del lavoro privato». E quindi si creano buchi che i Comuni cercano di colmare rubandosi i potenziali dipendenti con i concorsi. «Ma non ci sono molti strumenti per essere competitivi. Riesco ad attirare addetti solo se offro un avvicinamento al luogo di provenienza e di residenza, oppure se un Comune è più grande e offre qualche prospettiva di carriera in più». Il problema è ovviamente più sentito dalle piccole amministrazioni, soprattutto quelle delle aree montane o più decentrate. «Nel Comune di Andreis - racconta Fabrizio Prevarin, sindaco del piccolo centro montano della Valcellina - ci abbiamo messo tre anni per riuscire a ottenere un tecnico per l'ufficio. Siamo riusciti ad accedere a una graduatoria e a trovare la persona che ha accettato di venire a lavorare. Ma la situazione - aggiunge il primo cittadino - nel complesso non è facile. Abbiamo tre dipendenti, oltre a un addetto di supporto all'Anagrafe per una volta alla settimana in convenzione con un altro Comune. È complicatissimo, se si pensa che al momento, pur essendo un Comune piccolo, abbiamo quasi tre milioni di euro di opere e di lavori da fare. Come si fa con la troppa burocrazia a con il poco personale?». I sindaci si scontrano poi con le norme dei concorsi che chiedono di cambiare. «Se uno vince un bando in un Comune deve esserci un vincolo a rimanere per un periodo almeno di tre anni, così si evitano i troppi casi in cui scatta la mobilità e il trasferimento magari solo due o tre mesi dopo l'assunzione».

Ultimo aggiornamento: 17:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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