«I nostri imprenditori agricoli vogliono fare le cose per bene per evitare situazioni poco trasparenti o illegali. Per questo aspettano con trepidazione il decreto flussi in moda da poter prevedere l’arrivo degli stranieri da collocare al lavoro nei campi». L’assessore regionale all’Agricoltura, il pordenonese Stefano Zannier, non ha dubbi. «Dobbiamo partire da un presupposto - va avanti - le quote stanziate dal decreto flussi sono completamente utilizzate in regione, sia dall’agricoltura che dal settore del turismo e da quello alberghiero».
LE ZONE
IL PROBLEMA
«Come ogni anno - spiega Zannier - credo che anche questo sia caratterizzato dal fatto che una parte dei lavori che vengono affidati agli stranieri stagionali che arrivano in regione con il decreto flussi sarebbero da svolgere in questo periodo, soprattutto nel settore delle vigne. In realtà i flussi si aprono da marzo, quindi attualmente c’è un po’ di sofferenza perché la manodopera specializzata, penso ai potatori, non è ancora arrivata. Questo significa che alcune aziende agricole devono arrangiarsi a cercare personale e posso assicurare che non è facile. Assolutamente».
IRRINUNCIABILI
«Posso dire di più - va ancora aventi l’assessore all’agricoltura - senza gli stranieri a tempo determinato che occupano i lavori stagionali, non riusciremmo sicuramente a far fonte al lavoro. Come ho detto il settore dell’agricoltura in determinati periodi dell’anno, ha assolutamente necessità di quella manodopera. In caso contrario c’è la certezza praticamente assoluta che non se verremmo fuori. Resta il fatto che questi flussi occupazionali oltre ad essere tarati sulle effettive necessità per i nostri imprenditori agricoli sono anche strettamente legati al lavoro stagionale. In pratica - conclude Zannier - una volta fatto quello che dovevano fare se ne tornano a casa e si ripresentano l’anno successivo».
FONDI EUROPEI
«La Regione - ha concluso Zannier - si è adoperata in questi ultimi anni per realizzare migliori sinergie sui diversi Fondi europei attuando alcune importanti azioni che possano sempre di più favorire l’utilizzo dei Fondi della programmazione Ue. Ma vi sono ancora ampi margini di miglioramento che dovremmo sfruttare nella fase attuativa degli interventi previsti dai singoli programmi».
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