Alla Lavinox, fine della cassa: sono a rischio oltre 150 posti

Martedì 13 Novembre 2018 di Davide Lisetto
Alla Lavinox, fine della cassa: sono a rischio oltre 150 posti
PORDENONE - Lavinox, futuro sempre più rischio per i lavoratori dello stabilimento di Villotta di Chions. La vicenda dell'azienda del Gruppo Sassoli (specializzata nella fornitura di componenti in acciaio per i grandi elettrodomestici professionali) si sta trascinando da quasi tre anni. Ma con l'inizio del 2019 il nodo rischia drammaticamente di arrivare al pettine. Il prossimo 20 febbraio, infatti, scade la cassa integrazione per i dipendenti. Con la fine dell'ammortizzatore sociale viene meno ogni tipo di copertura per i lavoratori. Il problema vero non è legato tanto al numero degli esuberi: dai circa 220 addetti di tre anni fa si arriverà alla scadenza con poco più di 120 addetti: cioé il numero che era stato previsto nel piano di riorganizzazione dell'azienda. Nel periodo di difficoltà e di minore produzione l'organico aziendale ha perso circa cento unità. In molti hanno deciso di lasciare attraverso la mobilità volontaria che era stata prevista diverso tempo fa. Altri, ma solo gli operai più qualificati, hanno trovato altre occupazioni.

ESUBERI«Il problema vero ora - spiega Denis Dalla Libera, Fim-Cisl - non è tanto legato agli esuberi, ma al fatto che stando a come stanno andando gli ordini per il prossimo febbraio in azienda ci sarà lavoro per circa metà dei 120 addetti che sono rimasti in fabbrica. E la proprietà continua a latitare, non ha ancora risposto alle innumerevoli nostre richieste di capire cosa intende fare di quello stabilimento. Cosa faremo, visto che non c'è più la cassa integrazione? Il nodo da risolvere è enorme e riguarda potenzialmente il futuro di tutti gli addetti?». Dopo molto tempo in cui l'azienda ha continuato a navigare a vista - come sottolinea il sindacato - si avvicina la resa dei conti. E paradossalmente, in assenza di prospettive da parte del vertice del gruppo industriale, non è nemmeno possibile aprire un tavolo di confronto con la Regione. «Finché - aggiunge Dalla Libera - la proprietà non decide cosa fare non abbiamo elementi per aprire un confronto con la mediazione della Regione. Il dramma è che in tutto questo tempo non ci sono stati gli investimenti necessari a rilanciare lo stabilimento. Dopo le molte promesse che si sono susseguite agli incontri, dove per altro la famiglia proprietaria non si è mai presentata, ora siamo all'ultimo capitolo di questa vicenda senza che ci sia, da parte aziendale, alcuna prospettiva per dare futuro alla fabbrica».
FABBRICA GEMELLAAlla Lavinox è legata, a doppia mandata, anche la vicenda della Sarinox, l'azienda di Aviano che fa capo sempre allo stesso gruppo. La vecchia Infa di Aviano è destinata - come aveva comunicato la società nei mesi scorsi - a chiudere i battenti entro la fine di quest'anno con l'obiettivo di concentrare l'intera produzione nel sito produttivo di Villotta di Chions. In questo caso gli addetti sono rimasti poco più di una ventina (erano una cinquantina) e dovrebbero passare nello stabilimento gemello della Lavinox: per questi dipendenti resta però ancora un periodo di alcuni mesi di ammortizzatore sociale. Ma anche su questo fronte il sindacato dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil, denuncia un preoccupante ritardo sulla tabella di marcia del trasloco. Una situazione che aggiunge preoccupazione a preoccupazione per il futuro dello stabilimento del Gruppo Sassoli nel Friuli occidentale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci