Lascia il lavoro da impiegato e a 48 anni diventa sacerdote: sarà l'unica ordinazione del 2023

Domenica 23 Aprile 2023 di Pier Paolo Simonato
Lascia il lavoro da impiegato e a 48 anni diventa sacerdote: sarà l'unica ordinazione del 2023

CONCORDIA - Ha cominciato a sorridere prima di entrare nella cattedrale di Concordia Sagittaria e ha continuato a farlo per tutto il giorno. Pasquale Elio Maria Palella ieri ha coronato la sua vocazione: è diventato sacerdote. La sua è (e resterà) l'unica ordinazione diocesana del 2023.

E allora, inevitabilmente, in tanti hanno voluto seguirla, applaudirla e viverla, dal primo all'ultimo minuto.


VIAGGIO
Don Pasquale è arrivato così alla fine di un lungo viaggio di fede, cominciato in terra di Puglia, cominciando una nuova "avventura". «Sono felice - ha detto sorridendo -, perché questo era ciò che desideravo da tempo». Uscito dallo Studio teologico intitolato alla memoria del cardinale Celso Costantini, prima del rito ha trovato tutti i compagni di corso (e i superiori) ad attenderlo. C'erano il vicario generale Roberto Tondato, il rettore Marino Rossi, il vice e pro-direttore dell'Ita Stefano Vuaran, il direttore spirituale (e parroco castionese) Ugo Gaspardo. Con loro 50 confratelli, 6 diaconi permanenti, diversi professori e gli studenti del Seminario. Un lungo applauso ha segnato il suo ingresso in Santo Stefano. Barese, 48 anni, ex impiegato, arrivato a Pordenone con la famiglia, ha visto la sua vocazione crescere con forza in età adulta. Fino alla scelta finale. Innamorato del canto e della liturgia, ora si dedicherà al suo "amore".


USCIRE
«Non siamo preti da canonica, né da ufficio ha ricordato il vescovo, rivolgendosi particolarmente al neosacerdote e ai presbiteri -. Noi siamo fatti per stare in mezzo alla gente, camminando senza paura lungo le strade della vita quotidiana dove ogni persona è in cerca Cristo risorto». La vocazione di Pasquale si era sviluppata nella parrocchia pordenonese dell'Immacolata Concezione. Nel suo cammino di formazione è stato in servizio nelle comunità di Zoppola, Porcia e Sant'Agostino di Torre. Dal 2021 si divide tra Villanova di Fossalta e Giussago di Portogruaro, ai confini tra Veneto Orientale e Friuli Occidentale. «Il presente assente: è questo il Cristo risorto ha aggiunto nell'omelia monsignor Giuseppe Pellegrini che ti accompagnerà nella tua nuova vita di sacerdote e nel ministero, con il popolo di Dio che ti sarà affidato». Alla celebrazione era presente anche una nutrita rappresentanza giunta dalla Puglia, guidata da mamma Rosa (papà Benedetto è morto da qualche anno) e dal fratello Nicola, con la sua famiglia e diversi amici d'infanzia del neosacerdote.


MONITO
«Non ha senso fondare la fede su miracolismi - ha detto ancora il presule -. La tua vita di prete si fonda su tre cardini: la Parola, l'Eucarestia e la testimonianza. D'ora in poi sei chiamato a guidare il popolo "spezzando" loro la Parola di Dio, donando loro il Pane eucaristico e, soprattutto, testimoniando con la tua vita il Signore». Già in occasione del Dies Academicus dello Studio teologico, monsignor Pellegrini aveva evidenziato l'importanza di formare i nuovi seminaristi in un contesto di interculturalità. La formazione teologica (5 anni) vede infatti "coabitare" giovani di altri Paesi e culture, facilitando lo scambio internazionale. È un'opportunità anche per le parrocchie di coltivare l'accoglienza delle diversità. Nelle scorse settimane hanno fatto il loro ingresso in Seminario due ragazzi della Nigeria e uno del Pakistan: senza confini.

Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 20:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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