Pordenone piange per la morte di Jeff Beck

La notizia della morte del chitarrista britannico ha colpito anche il Pordenonese, dove l’artista ha tenuto un memorabile concerto in compagnia dell’amico Johnny Depp

Giovedì 12 Gennaio 2023 di Franco Mazzotta
Jeff Beck (sulla sinistra) sul palco assieme all'amico attore Johnny Depp

PORDENONE - Dopo aver assistito al concerto del 2011 di Mark Knopfler a Villa Manin pensavo di aver capito tutto della chitarra elettrica e di quali siano i limiti più eccelsi del suo utilizzo in un concerto dal vivo, ma non avevo fatto i conti con lui, il mostro sacro delle corde armoniche, Jeff Beck, che ho avuto l’onore e il piacere di ascoltare mercoledì 20 luglio 2022, al Parco San Valentino di Pordenone.

Una data appuntata con estrema cura sul calendario, un ricordo indelebile, in cui le orecchie di circa 6mila privilegiati sono state deliziate dagli assoli del maestro inglese, scomparso poche ore fa a causa di una meningite batterica fulminante. 


CHOC MONDIALE

Una notizia che, a parte la sua famiglia, ha sconvolto tutto il mondo della musica, dai Rolling Stones a Eric Clapton, da Sting a Phil Collins, da Nile Rodgers a Joss Stone e tantissimi altri. Centinaia i commenti addolorati alla notizia della sua morte. Uno per tutti, quello dell’amico David Gilmour dei Pink Floyd (storica la loro interpretazione di Jerusalem alla Royal Albert Hall di Londra nel 2009): “Sono devastato nell’apprendere la notizia della morte del mio amico ed eroe Jeff Beck, la cui musica ha fatto fremere e ispirato me e un innumerevole numero di musicisti per così tanti anni. I pensieri miei e di Polly vanno alla dolcissima moglie Sandra (Cash, ndr). Jeff rimarrà per sempre nei nostri cuori”.
Il concerto della scorsa estate, a Pordenone, annunciato mesi prima, ha fatto registrare, come ci si poteva attendere, il tutto esaurito. Molti non hanno potuto apprezzare l’immensa bravura del chitarrista inglese, - posizionato dalla rivista Rolling Stone al quinto posto fra i chitarristi migliori di tutti i tempi, - a causa della limitata capacità dell’area. «Il effetti le richieste sono state molte di più, ma abbiamo dovuto attenerci alle disposizioni di sicurezza - spiega il coordinatore del Pordenone Blues Festival, Andrea Mizzau».


IL CONCERTO
«È stato uno dei primi dischi che ho acquistato negli anni Settanta - rivela Mizzau - è sempre stato uno dei miei miti. Poi è nato il nostro festival e questo artista, che girava nei più grandi festival del mondo lo vedevamo un po’ come un miraggio. Ci avevamo provato otto anni fa, ma i cachet erano improponibili per il nostro limitato budget, abbiamo dovuto rinunciare. Pian piano anche noi abbiamo cambiato marcia e abbiamo iniziato a chiamare artisti sempre più importanti. Nonostante questo, 4/5 anni fa abbiamo di nuovo rinunciato. Nel 2021 ci hanno chiamato e ci hanno detto che il cachet di Beck era sceso. Abbiamo meditato a lungo e abbiamo accettato. Abbiamo deciso di fare un investimento per il festival, che ci permettesse di avvicinare un pubblico molto più giovane. È stata una scommessa che siamo felici di aver vinto.

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