Insulti contro il consigliere regionale Conficoni sul finto profilo Facebook

Sabato 8 Agosto 2020 di Lara Zani
Nicola conficoni consigliere regionale e comunale del Pd
PORDENONE - A meno di un anno dalle elezioni comunali, la campagna elettorale riparte dai social e, come già avvenuto in passato, arrivano i colpi bassi. Nel mirino finisce questa volta il consigliere comunale e regionale del Partito democratico Nicola Conficoni, che giovedì si è rivolto alla Polizia postale e ha presentato una denuncia dopo che qualcuno ha creato un suo profilo falso su Facebook utilizzando un anagramma del suo nome e cognome. Il profilo è stato immediatamente cancellato, ma Conficoni ha deciso di dare un segnale per disinnescare da subito la “macchina del fango”: “Ieri ho sporto denuncia - spiega lo stesso consigliere - contro chi, anagrammando il mio nome e cognome e adottando come immagine di profilo una foto parziale del viso con in evidenza gli occhi, ha attivato un fake con l’intento di denigrarmi. La campagna elettorale è iniziata, i miei interventi danno fastidio e così si usano questi mezzucci per attaccarmi sul piano personale. Queste attenzioni mi fortificano, anche perché vuol dire che non si hanno altre argomentazioni. Ho ritenuto tuttavia di dare un segnale tempestivo a chi si nasconde dietro la politica del fango che non può essere tollerata”.
LA SOLIDARIETA
Solidarietà a Conficoni arriva innanzitutto da parte del circolo del Partito democratico di Pordenone: “Qualche malintenzionato ha creato nei giorni scorsi un profilo Facebook fake, anagrammando il nome e cognome di Nicola, con una foto profilo rubata e frasi offensive nei suoi confronti - rileva il vicesegretario Alessandro Genovesi -. Immediata e condivisibile la denuncia alla Polizia postale. Condanniamo fermamente il gesto e ci auguriamo che la campagna elettorale per le amministrative alle porte non acuisca il clima di odio presente nel nostro paese e già alimentato a tutti i livelli dalla destra”. Ma la decisione di presentare la denuncia fa discutere. Se l’iniziativa del consigliere raccoglie appunto diverse manifestazioni di solidarietà, non solamente dal suo schieramento politico, apre anche un dibattito sulle modalità del confronto politico sui social. Gli ultimi anni hanno visto infatti moltiplicarsi i gruppi di discussione sulla politica cittadina, diversamente schierati, così come i profili fake e la satira, talvolta anche pesante, fino a sconfinare in casi come questo in cui si è creato un profilo falso ma chiaramente riconducibile al consigliere e con l’utilizzo della sua immagine. E non è la prima volta che gli scontri social della politica pordenonese finiscono davanti al giudice. Il primo a ricorrere alle vie legali per le offese ricevute su Facebook era stato proprio il sindaco Alessandro Ciriani.
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