PORDENONE/UDINE - Mentre il virus del Covid non ha ancora raggiunto il picco di questa quarta ondata (che si prevede per dopo la metà di dicembre), avanzano chiari i segnali dell’arrivo dell’influenza stagionale. A differenza dell’anno passato, infatti, i virus influenzali e simil-influenzali si sono ripresentati. E se nel 2020 zona rossa, chiusure e restrizioni, predominanza del virus pandemico ci avevano risparmiato la “stagionale”, quest’anno sembra proprio che non sarà così.
TRA I BAMBINI
Ma c’è un fenomeno che sta preoccupando infettivologi e virologi: l’influenza stagionale sta circolando molto di più rispetto a quanto avveniva le scorse annate nella fascia di età pediatrica, da 1 a 15 anni. «I dati del monitoraggio del sistema di rilevazione epidemiologica Influ.Net - spiega Massimo Crapis, responsabile dell’Infettivologia dell’ospedale pordenonese - ci mostrano come il virus tra i bambini e i ragazzini circoli fino a quattro volte di più rispetto a quanto avveniva negli ultimi anni. È una situazione che ci mette in guardia: la diffusione così forte del virus in età pediatrica significa che in poco tempo potrebbe trasferirsi sulle fasce di adulti e anziani». Una preoccupazione che deriva anche dal fatto che quest’anno la vaccinazione antinfluenzale sugli over 60 è andata un po’ a rilento. «Ci sono - conferma Crapis - molti più vaccinati contro il Covid che contro la stagionale. Evidentemente si è data la precedenza all’anti-Covid, ma è bene che, soprattutto gli anziani, si affrettino a farla. Potrebbe evitare una sommatoria di problematiche legate proprio al virus pandemico. Visto che si prendono allo stesso modo e danno anche sintomi molto simili».
Finora a Pordenone non c’è stato alcun caso grave, o che abbia richiesto il ricovero ospedaliero, di influenza. È però da sottolineare che il Fvg quest’anno è arrivato un po’ tardi nella rete dei medici sentinella: nell’ultima settimana infatti erano solo otto le “sentinelle” (i medici che trasmettono i dati sull’andamento dell’influenza al sistema nazionale Infu.Net), mentre erano quasi una trentina gli scorsi anni. Resta il fatto - come sottolineano gli stessi medici - che l’uso della mascherina, l’igiene delle meni e il distanziamento riducono la circolazione anche dell’influenza.
FRONTE COVID
Rispetto al Sars-Cov2, la previsione rimane quella di un picco nelle giornate fino al 15 dicembre. Fermo restando che tutto dipenderà da comportamenti individuali e vaccinazione. Se non ci sarà una chiara discesa post-plateau, attesa anche a seguito degli effetti delle disposizioni di legge e della copertura con terza dose, a causa dell’alta circolazione virale rimarremo a rischio di ripresa dei contagi e delle successive conseguenze anche ospedaliere che potrebbero essere innescate da mobilità natalizia e diffusione di varianti.
Conseguenze che al momento sembrano invece non riguardare gli ospedali. Negli ultimi giorni infatti i tassi di occupazione dei posti letto Covid sono rimasti stabili. E i dati sono ancora lontani dai tetti che, se sforati, porterebbero all’arancione (20% nelle terapie intensive e 30% nelle aree mediche), ma sempre sopra le soglie (10% e 15%) che stanno imponendo il giallo.