Decimo posto nella classifica generale, ma sapere che in altre regioni gli aumenti siano ancora maggiori in questo caso consola ben poco: il “botto” che l’inflazione dà alle famiglie del Friuli Venezia Giulia, infatti, è notevole, e si trasforma in un aumento della spesa annua di 2.579 euro.
MISURE DI CONTENIMENTO
Quasi scontate le voci che trainano la corsa anche in Friuli Venezia Giulia: elettricità, acqua, abitazione e prodotti per la casa. «Al di là dei bonus erogati e delle misure tampone che sono state introdotte per contenere i costi dell’energia e dei carburanti, siamo di fronte a una situazione di impoverimento generale delle famiglie, perché anche i contratti di lavoro rinnovati sono stati firmati sulla base di valori inflattivi molto più bassi rispetto a quelli attuali – considera il segretario regionale della Cgil, William Pezzetta -. La priorità, in questa fare, è di confermare anche per il 2023 tutte le misure di contenimento dei costi energetici e soprattutto avviare una vera riforma fiscale, difendendo i posti di lavoro. Se su questa spirale inflattiva dovesse innestarsi anche una dinamica di calo dell’occupazione, che per il momento tiene, andremmo infatti incontro a scenari drammatici». Guarda alla spesa quotidiana l’avvocato Barbara Puschiasis, vicepresidente dell’associazione nazionale Consumerismo. «Dalle nostre rilevazioni del sentiment consumerista – dice - emerge come l’inflazione percepita sia ben più alta di quella rilevata e raggiunga tra i consumatori quota 20%, ma il rischio maggiore è che i prezzi sin qui registrati non torneranno mai più ai livelli ante-crisi», considera.
I TIMORI
«Questo apre lo scenario ad un default economico sociale catastrofico: solo pochi mesi potranno reggere i consumatori più vulnerabili che, a differenza di altri, non hanno risparmi a sufficienza per far fronte ai rincari. Rateizzazioni e bonus - secondo Puschiasis - non avranno alcun effetto, l’unica misura attuabile è uno shock controllato della domanda soprattutto dei beni energetici e una verifica puntuale sui prezzi, revisionando con immediatezza il ruolo di Mister prezzi e della polizia Annonaria». Attivando uno sguardo prospettico, si deve tornare al 1983 per trovare un’inflazione tendenziale a due cifre, cioè 13%, così incalzante come quella che ha fatto salire i prezzi in questi ultimi mesi e settimane.