PORDENONE - «Domenica sera, rientro stancamente a casa».
LA TESTIMONIANZA
«Rientro dopo aver visitato quattro reparti dedicati ai malati a causa del Coronavirus con 160 pazienti - ha raccontato Crapis -, il Pronto soccorso con 40-50 casi sospetti di cui purtroppo poi molti sono Covid e la Terapia intensiva. Incontro tanti operatori sanitari, che ringrazio di cuore per tutto quello che stanno facendo in questi mesi. Tutti hanno i loro timori, il loro nervosismo, le loro frustrazioni per dover lavorare in determinate condizioni». A quel punto l’infettivologo lancia il suo messaggio: «Voglio fondare un nuovo partito, oltre a quelli degli allarmisti e dei negazionisti: è il partito dei realisti. Sono coloro i quali cercano di fotografare la realtà, poi sarete voi a trarre le conclusioni, ma ci tengo a dare questo spaccato, fatto di pazienti ma anche di valutazioni».
LE STORIE
Crapis si addentra nei dettagli più duri dell’emergenza. «Ci troviamo a valutare i pazienti sapendo che magari i loro cari non ce l’hanno fatta. E cerchi di non far loro sapere ciò che è successo, perché in realtà c’è bisogno che ce la mettano tutta per vincere la loro battaglia e salvarsi almeno loro. Altri pazienti si sentono letteralmente soffocare - prosegue la testimonianza dell’infettivologo pordenonese -. Noi la chiamiamo dispnea o insufficienza respiratoria, ma la realtà dei fatti è che ti senti soffocare. Da medico, invece, ti senti impotente: cerchi di dar loro tutte le terapie possibili ma a volte non basta. Ecco perché il personale sanitario si sente frustrato, stanco, demoralizzato: lavorare in queste condizioni non è semplice. Sento l’esigenza di comunicare queste cose perché secondo me non c’è la percezione dei fatti in modo reale». Infine Crapis svela l’intenzione del proprio messaggio: »Nel mio piccolo cerco di dare il mio contributo, e secondo me sarà il primo di una serie di comunicati, utili a spiegare la realtà dei fatti. Cercherò sempre di astenermi dai giudizi, ma probabilmente non ce la farò e me ne scuso già da ora». È la prima volta che Crapis affida ai social network il racconto di una giornata vissuta tra i malati di Covid in ospedale a Pordenone. In poche ore il breve filmato è stato condiviso da decine di persone che si sono complicate con il primario per la pulizia del messaggio e i toni realisti, quelli - del resto - che fanno parte del manifesto del nuovo “partito” che Crapis stesso ha deciso di “fondare”.