Sanità, la coperta ormai è corta: le Usl si rubano gli infermieri a suon di concorsi pubblici

Domenica 16 Aprile 2023 di Loris Del Frate
Infermieri in corsia

PORDENONE - Il rischio vero è quello di una guerra "tra poveri" dove le singole aziende sanitarie della regione si rubano l'un con l'altra gli infermieri. Una grandissima carenza che oramai va avanti da anni, ma che nel tempo è peggiorata. «Ora - spiega Salvatore Spitaleri, coordinatore della segreteria regionale del Pd - siamo arrivati all'assurdo». Perchè? Perchè le singole Aziende stanno predisponendo concorsi territoriali. Chi partecipa? Infermieri che sono assunti a tempo determinato in altre aziende della regione.

Morale della favola se passano con il concorso vanno a colmare un buco, ma ne lasciano un altro dove lavoravano prima.

RECLUTAMENTO
«Paolo Bordon pensaci tu». A dirlo, ironicamente (ma non troppo), sempre Spitaleri. Che va avanti. «Ormai il mantra della sanità regionale non può che essere questo. L'ultimo risultato del "vicedisastro" Riccardi è la guerra fratricida tra Aziende sanitarie della nostra regione sul reclutamento degli infermieri. Basta mettere in fila le cose - spiega il coordinatore dem - per capire il livello di abbandono in cui versa la gestione della sanità regionale. Ecco che la famosa Agenzia regionale di coordinamento della sanità (Arcs) ha pensato bene di bocciare la maggior parte dei concorrenti. Ed ecco che, in assenza di qualsivoglia logica di coordinamento delle esigenze del servizio sanitario regionale, prima Asufc e poi Asugi, con un gesto quasi disperato, hanno deciso di bandire concorsi autonomi».

COSA SUCCEDE
Per Spitaleri "l'evidenza è che ormai siamo alla guerra dei poveri, perché, secondo il direttore Asugi Poggiana, il concorso bandito da Asufc vedrebbe la potenziale partecipazione di personale ad oggi inquadrato in Asugi a tempo determinato che, qualora dovesse risultare vincitore o idoneo, determinerebbe ulteriori cessazioni per questa Azienda".

L'APPELLO
«Il presidente Fedriga ci pensi bene - mette in guardia Spitaleri - perché la situazione della sanità dopo 5 anni di Riccardi è sotto gli occhi di tutti, e pure si parla di una riconferma, un premio per l'ottimo lavoro evidentemente. Avremo ancora 5 anni con nessuna attrattività per il personale, assenza totale di coordinamento, liste d'attesa che ormai non si aprono più, promesse di realizzare nuovi muri invece che potenziamento dell'assistenza, continuo conflitto con i professionisti e le organizzazioni sindacali. Il primato della sanità pubblica come asse portante della comunità deve essere un obiettivo non negoziabile di politica e istituzioni per garantire l'universalità delle cure a tutti i cittadini».

LA DIFESA
«Riconfermare Riccardi e quindi ridare a lui la guida della salute pubblica entra in campo anche il neo consigliere appena riconfermato, Nicola Conficoni sarebbe una vera e propria beffa per tutta la regione e in particolare per il Friuli Occidentale, sicuramente il territorio più penalizzato dalle scelte del centrodestra negli ultimi cinque anni». Ieri fa sapere Conficoni, con Renata Bagattin, Susi Centis, Valentina Francescon, Giuliano Novello e Paola Bolognesi, il Partito Democratico era a fianco di amministratori locali, sindacati, associazioni e cittadini che hanno sfilato per tutelare non solo l'interesse di un territorio ma soprattutto il diritto universale alla salute, minacciato dalla privatizzazione strisciante del servizio sanitario regionale promossa dal centrodestra».

LE ATTESE
«Mentre le liste di attesa sono fuori controllo costringendo gli utenti a pagare visite ed esami - va avanti - vengono indirizzate sempre più risorse verso cliniche e ambulatori privati che spuntano come funghi e assumono il personale in uscita dagli ospedali indebolendoli ulteriormente». Inoltre, continua il consigliere dem, «il fatto che il distretto del Tagliamento sia senza direttore, attesta che anche i servizi territoriali sono trascurati».

      

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 10:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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