Incidenti stradali, a Udine si muore di più nonostante i lockdown del 2020

Giovedì 25 Novembre 2021 di Elisabetta Batic
Un incidente mortale in provincia di Udine

Incidenti stradali in frenata grazie al Covid.

Se ne sono verificati 2.344 nel 2020 che hanno causato la morte di 47 persone e il ferimento di altre 3.029 ma, appunto, le misure adottate per contenere la pandemia ne hanno determinato un consistente decremento (-29,4%) che vale anche per le vittime della strada (-34,7%) e dei feriti (-31,2%) rispetto al 2019. Lo rivela un focus dell’Istat. 


I NUMERI


Rispetto agli obiettivi europei, che impegnano i Paesi membri a conseguire il dimezzamento dei morti per incidente stradale, nel periodo 2001-2010 le vittime della strada si sono ridotte in Friuli Venezia Giulia del 50,2%. Fra il 2010 e il 2020, i decessi per incidente stradale sono ulteriormente diminuiti del 54,4%. Nello stesso periodo l’indice di mortalità è diminuito da 2,6 a 2,0 deceduti ogni 100 incidenti mentre l’incidenza di pedoni deceduti è aumentata più in Friuli Venezia Giulia (da 10,7% a 17,0%) che nel resto del Paese (da 15,1% a 17,1%). Il costo dell’incidentalità con danni alle persone è stimato in più di 224 milioni di euro (186,5 euro pro capite) per il Friuli Venezia Giulia: la regione incide per l’1,9% sul totale nazionale. Ed ancora, tra il 2019 e il 2020 l’indice di lesività diminuisce (da 132,6 a 129,2), così come quello di mortalità, passato da 2,2 a 2,0 decessi ogni 100 incidenti mentre l’indice di gravità (rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti, moltiplicato per 100) scende da 1,6 a 1,5. L’incidentalità è elevata in tutti i comuni capoluogo e nella Venezia Giulia, lungo gli assi e i raccordi autostradali e lungo le principali strade regionali del Friuli. L’indice di mortalità aumenta nei comuni di Udine e Pordenone, mentre diminuisce in quello di Trieste e si azzera a Gorizia: nel complesso di queste aree, i decessi sono passati da 13 nel 2019 a 9 nel 2020. 


I DETTAGLI


Nel 2020 il maggior numero di incidenti (1.683, il 71,8% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 23 morti (48,9% del totale) e 2.093 feriti (69,1%). Rispetto all’anno precedente, i sinistri diminuiscono su tutte le categorie di strada ma il calo maggiore si verifica sulle strade urbane (-29,5%) seguite dalle altre strade (-29,3%) e dalle autostrade (-28,0%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle autostrade (5,6 decessi ogni 100 incidenti) e sulle strade extraurbane (3,3 ogni 100). Lockdown e coprifuoco hanno inciso sulla distribuzione temporale dei sinistri: a marzo e aprile si rilevano, rispettivamente, 93 e 52 incidenti, il 66,5% e il 78,8% in meno rispetto agli stessi mesi del 2019. Quasi l’80% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8 e le 20, ma l’indice di mortalità raggiunge il valore più elevato tra le sei e le sette del mattino (6 morti ogni 100 incidenti). Il venerdì e il sabato notte si concentra il 49,4% degli incidenti notturni e il 52,9% dei feriti. La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (65,9%): la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (739 casi, 11 vittime e 1.013 feriti), seguita dal tamponamento (374 casi, 4 decessi e 552 persone ferite). Tra i comportamenti errati, il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente. Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per le età anziane e nella fascia 45-64 anni. I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 76,6% delle vittime e il 73,7% dei feriti, le persone trasportate il 6,4% dei morti e il 18,2% dei feriti, i pedoni il 17,0% dei deceduti e l’8,1% dei feriti.

Ultimo aggiornamento: 07:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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