Incidenti stradali in frenata grazie al Covid.
I NUMERI
Rispetto agli obiettivi europei, che impegnano i Paesi membri a conseguire il dimezzamento dei morti per incidente stradale, nel periodo 2001-2010 le vittime della strada si sono ridotte in Friuli Venezia Giulia del 50,2%. Fra il 2010 e il 2020, i decessi per incidente stradale sono ulteriormente diminuiti del 54,4%. Nello stesso periodo l’indice di mortalità è diminuito da 2,6 a 2,0 deceduti ogni 100 incidenti mentre l’incidenza di pedoni deceduti è aumentata più in Friuli Venezia Giulia (da 10,7% a 17,0%) che nel resto del Paese (da 15,1% a 17,1%). Il costo dell’incidentalità con danni alle persone è stimato in più di 224 milioni di euro (186,5 euro pro capite) per il Friuli Venezia Giulia: la regione incide per l’1,9% sul totale nazionale. Ed ancora, tra il 2019 e il 2020 l’indice di lesività diminuisce (da 132,6 a 129,2), così come quello di mortalità, passato da 2,2 a 2,0 decessi ogni 100 incidenti mentre l’indice di gravità (rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti, moltiplicato per 100) scende da 1,6 a 1,5. L’incidentalità è elevata in tutti i comuni capoluogo e nella Venezia Giulia, lungo gli assi e i raccordi autostradali e lungo le principali strade regionali del Friuli. L’indice di mortalità aumenta nei comuni di Udine e Pordenone, mentre diminuisce in quello di Trieste e si azzera a Gorizia: nel complesso di queste aree, i decessi sono passati da 13 nel 2019 a 9 nel 2020.
I DETTAGLI
Nel 2020 il maggior numero di incidenti (1.683, il 71,8% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 23 morti (48,9% del totale) e 2.093 feriti (69,1%). Rispetto all’anno precedente, i sinistri diminuiscono su tutte le categorie di strada ma il calo maggiore si verifica sulle strade urbane (-29,5%) seguite dalle altre strade (-29,3%) e dalle autostrade (-28,0%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle autostrade (5,6 decessi ogni 100 incidenti) e sulle strade extraurbane (3,3 ogni 100). Lockdown e coprifuoco hanno inciso sulla distribuzione temporale dei sinistri: a marzo e aprile si rilevano, rispettivamente, 93 e 52 incidenti, il 66,5% e il 78,8% in meno rispetto agli stessi mesi del 2019. Quasi l’80% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8 e le 20, ma l’indice di mortalità raggiunge il valore più elevato tra le sei e le sette del mattino (6 morti ogni 100 incidenti). Il venerdì e il sabato notte si concentra il 49,4% degli incidenti notturni e il 52,9% dei feriti. La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (65,9%): la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (739 casi, 11 vittime e 1.013 feriti), seguita dal tamponamento (374 casi, 4 decessi e 552 persone ferite). Tra i comportamenti errati, il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente. Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per le età anziane e nella fascia 45-64 anni. I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 76,6% delle vittime e il 73,7% dei feriti, le persone trasportate il 6,4% dei morti e il 18,2% dei feriti, i pedoni il 17,0% dei deceduti e l’8,1% dei feriti.